La morte del coniuge fa cessare il rapporto coniugale e anche la causa intrapresa per il riconoscimento dell'assegno di divorzio, che non può ricadere sugli eredi....
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La vicenda risale molto indietro nel tempo e riguarda un contenzioso legato al divorzio tra Pino Daniele la sua prima ex moglie. Il cantante aveva fatto ricorso in Cassazione per chiedere di ridurre l'assegno di mantenimento, stabilito anni prima in 75 mila euro l'anno; l'ex moglie ne chiedeva l'aumento e il ripristino del mantenimento anche in favore dei figli. Prima che la Corte potesse pronunciarsi, però, Pino Daniele è morto improvvisamente, ma l'ex moglie aveva insistito per avere una pronuncia definitiva, opponendosi alla richiesta di dichiarazione di cessazione delle materia del contendere.
La Cassazione ha dovuto dirimere in questo caso una questione controversa, oggetto di contrasto nella giurisprudenza della Suprema Corte. Una prima linea, spiega in sentenza la prima sezione civile, vuole che la morte "nelle more del giudizio" del soggetto obbligato non determini la cessazione della materia del contendere, permanendo l'interesse della controparte a vedersi riconoscere gli eventuali arretrati. Secondo un altro indirizzo, invece, la morte «travolge» qualsiasi decisione accessoria alla separazione e al divorzio.
Ed è questa la linea adottata dalla Cassazione in questo caso, perché - spiega il collegio - «appare più coerente al presupposto indiscusso» secondo cui la morte del coniuge fa cessare il rapporto coniugale e la stessa materia del contendere.
Il Gazzettino