D'Alema si difende: «Campagna diffamatoria, nessun favore dalla cooperativa»

D'Alema si difende: «Campagna diffamatoria, nessun favore dalla cooperativa»
«E' un campagna diffamatoria, nessun favore dalla Cpl. Non ho nulla da dire ai magistrati, sono sempre a disposizione». Lo ha detto l'ex premier Massimo D'Alema...

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«E' un campagna diffamatoria, nessun favore dalla Cpl. Non ho nulla da dire ai magistrati, sono sempre a disposizione». Lo ha detto l'ex premier Massimo D'Alema riferendosi all'inchiesta (in cui non è indagato) sulla metanizzazione di Ischia che ha fatto scattare l'arresto del sindaco del Pd ed ex Forza Italia Giuseppe Ferrandino e di altre 8 persone e che vede al centro delle indagini la coperativa rossa CPL Concordia.




Il primo cittadino di Ischia è finito in carcere con l'accusa di aver ricevuto 330mila euro di tangenti dalla Cpl. Nelle intercettazioni effettuate durante le indagini è spuntato anche il nome di D'Alema e della fondazione Italiani Europei. A parlarne con un collega, nel marzo 2014, un dirigente della coop, Francesco Simone, che in Italiani Europei suggeriva di «investire» e che spiega come la cooperativa abbia acquistato «alcune centinaia di copie dell'ultimo libro» di D'Alema «nonché alcune migliaia di bottiglie del vino prodotto da una azienda agricola» a lui «riconducibile».



D'Alema ha scandito: «E' falso e diffamatorio dire che sono stato destinatario di bonifici». Poi ha precisato che «la Fondazione Italiani europei non è mia io sono solo il presidente pro-tempore» e si è scagliato contro un cronista che ha sostenuto «con incredibile sdisinvoltura che uso le convention del Pd per vendere il mio vino». «L'azienda ha ricevuto svariati ordini tra cui anche alcuni di questa azienda (la Cpl Concordia, ndr) non abbiamo avuto regali da nessuno», ha sostenuto ancora D'Alema.



Quello che sta accadendo «mi costringe a denunciare, cosa che cominceremo a fare da oggi, quanti organi di stampa, televisioni e radio, singoli giornalisti, si sono esercitati a dire cose false e palesemente diffamatorie», ha aggiunto l'ex premier.



«Non c'era alcuna necessità di utilizzare intercettazioni fra terze persone, senza valore probatorio, dove si parla di me de relato. Allora mi viene il sospetto che ci sia un motivo, per così dire, extra-processuale», aveva già affermato D'Alema al Corriere della Sera. «Dubito che la notizia dell'arresto del sindaco di Ischia e qualche suo presunto complice sarebbe finita sulle prime pagine dei giornali, se nell'ordinanza non fossero stati citati D'Alema, Tremonti, Lotti o qualche altro personaggio di richiamo. Ma se questa fosse la logica che ha ispirato i magistrati, ci sarebbe da preoccuparsi. Non per me, ma per il funzionamento della giustizia. Anche perchè negli ultimi tempi si sono susseguite diverse assoluzioni che hanno sconfessato le indagini, soprattutto nei confronti di amministratori locali addirittura arrestati».



«Io non delegittimo nessuno», chiarisce D'Alema ma «credo che l'organo di autogoverno della magistratura, il Csm, ma anche l'Associazione magistrati, dovrebbero esercitare una maggiore vigilanza affinché certe misure non siano superate e la magistratura non si delegittimi da sola. Non ritengo legittimo un uso delle intercettazioni come quello che è stato fatto nei miei confronti». «Prima è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti - osserva quindi D'Alema -, ora si criminalizza quello privato alla politica. Dopo cosa resterà?».



«Quanto al vino - dice sull'acquisto di bottiglie - mi viene da sorridere: se i pm vogliono acquisire agli atti una buona guida enologica scopriranno che i nostri spumanti sono segnalati tra i migliori, ed è notorio che in occasione delle festività le aziende ne acquistano in quantità per regalarli. Li abbiamo venduti e fatturati, concedendo la possibilità di pagare quattro mesi dopo: siamo noi che abbiamo fatto il favore alla cooperativa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino