Dopo la denuncia della sorella di Stefano Cucchi, il procuratore capo Giuseppe Pignatone assicura vaglierà personalmente l'esposto In Procura. La denuncia presentata ieri...
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La riapertura. Una eventuale riapertura degli accertamenti su cosa avvenne tra il 16 e il 22 ottobre del 2009, come precisato dallo stesso Pignatone nei giorni scorsi, sarà subordinata all'esame di tutto il carteggio e delle motivazioni di assoluzione della corte di assise di appello di medici, infermieri e guardie penitenziarie. L'esposto contro Albarello ha scatenato un vero botta e risposta tra l'ex direttore di medicina legale della Sapienza (che ha annunciato una controquerela) e la sorella di Cucchi.
I dubbi. «Lo abbiamo scritto e ripetuto più volte: ci sono lesioni che sono sospette - ha detto Albarello in una intervista - Noi non siamo in condizioni di dire se qualcuno gli ha sbattuto la testa contro il muro
facendolo cadere o se invece ha fatto tutto da solo. In ogni caso, ripeto, non sono queste le cause del suo decesso». Per Albarello «evidentemente non tengono conto che il mio parere, e quello di tutti i colleghi che hanno lavorato con me, è stato confermato anche dai periti della Corte d'Assise, scelti a Milano», cioè che Stefano Cucchi è stato ucciso dalla negligenza dei medici. «Non è stato semplice muovere rilievi a dei colleghi».
Ilaria Cucchi. Alle parole del medico-legale ha replicato la Cucchi affermando che «il professor Arbarello ha annunciato querela per diffamazione e calunnia contro di noi ed ha nominato il professor Coppi per avere maggiori garanzie possibili di vittoria. Saremo gli unici ad essere condannati per la morte di Stefano». «Albarello - prosegue - difende l'operato dei colleghi periti e pure quello dei magistrati. Mio fratello è morto per il dolore tremendo alla colonna vertebrale ed all'addome per un globo vescicale di urina di ben un litro e mezzo che gli ha prodotto lacerazioni interne». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino