I bambini fino a 11 anni non si ammalano di coronavirus: la scoperta viene da una nuova ricerca, che dovrebbe uscire a breve sulla rivista Nature, e di cui ha parlato il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Leggi anche > Coronavirus, nel Lazio 27 nuovi positivi: 22 dal focolaio del San Raffaele
«Il paper che uscirà a breve sulla rivista 'Nature' dimostra chiaramente che i bambini di età compresa tra uno e 11 anni non si ammalano anche in presenza di una forte esposizione», ha spiegato Crisanti. «Se permettiamo agli adulti di andare allo stadio, se permettiamo scene di socializzazione nei bar e nei ristoranti, e si pensa addirittura di riaprire le discoteche, non è coerente come atteggiamento tutta questa resistenza nei confronti del mondo della scuola. Gli insegnanti si potrebbero proteggere con le mascherine che funzionano».
Leggi anche > Bimbo di 6 anni con la leucemia e positivo al Covid operato al Bambin Gesù
«Sulla app Immuni ho due riserve: una operativa e una di carattere di governance», ha aggiunto Crisanti parlando della app di tracciamento. «La prima è che dicono che dovrebbe aderire il 60% della popolazione - ha spiegato - ma la probabilità che due che ce l'hanno sul proprio telefonino si incontrino è il 36%, purtroppo. E se poi i casi identificati sono una frazione di quelli reali la percentuale scende ancora. Quindi ho dubbi sulla capacità di tracciare. Poi ho riserve in merito alla governance perché essendo non perimetrata da una legislazione ci dovrebbe essere una differenza netta tra chi l'ha sviluppata e chi la gestisce perché ci si trova in una situazione di forte asimmetria di conoscenza».
Quanto ai test diagnostici, il rapporto tra calo dei casi e calo dei tamponi effettuati, denunciato dalla Fondazione Gimbe, «è una cosa difficile da stabilire», ha detto ricordando che «i tamponi vengono fatti su richiesta degli ospedali e della sanità territoriale, quelli degli ospedali più o meno sono fissi perché vanno a rotazione su tutto il personale, e se la sanità territoriale non ha casi non può farli a vanvera. I tamponi vengono fatti intorno ai casi, se c'è un caso si fa tutto il tracciamento, altrimenti non possiamo prendere gente a caso», ha spiegato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino