Covid pass, come funziona? Dove usarlo, le app da scaricare e a cosa serve il certificato che partirà dal 1° giugno

Covid pass, dal 1 giugno si parte: c'è anche l’Italia nel gruppo di testa
Qualche settimana di sperimentazione, poi dal 1° giugno il sistema sarà operativo per tutti. C’è anche l’Italia nel gruppo di testa di oltre 15 Paesi...

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Qualche settimana di sperimentazione, poi dal 1° giugno il sistema sarà operativo per tutti. C’è anche l’Italia nel gruppo di testa di oltre 15 Paesi Ue che dal 10 maggio parteciperanno, sotto il coordinamento della Commissione europea, a una fase di prova dell’infrastruttura tecnica su cui poggerà il sistema dei certificati digitali Covid-19 validi in tutta Europa. Lo sprint è stato confermato oggi dalla Commissione: Bruxelles vuole far sì che sia tutto funzionante nell’attesa che, dopo il via libera preliminare di Parlamento e Consiglio, entro la fine di giugno si concluda l’iter legislativo e sia adottata la proposta del certificato che regola gli spostamenti in tutta l’Ue.

L’obiettivo è consentire a tutti di viaggiare in sicurezza e con minime restrizioni, appena in tempo per l’avvio della stagione turistica; l’eventuale estensione del pass per l’accesso a luoghi o eventi culturali sarebbe invece lasciata alla determinazione dei singoli Paesi. Per il momento, mentre si viaggia spediti sull’infrastruttura digitale interoperabile (il data centre sarà ospitato in Lussemburgo), manca però un accordo sul nome del pass: il Parlamento vuole che, per chiarezza, si chiami “certificato Covid-19 Ue”, mentre Commissione e Consiglio rimangono sull’originale “certificato verde digitale”

Viaggi, Green Pass: via libera Parlamento UE

Come funziona

Per il momento, mentre si viaggia spediti sull’infrastruttura digitale interoperabile (il data centre sarà ospitato in Lussemburgo), manca però un accordo sul nome del pass: il Parlamento vuole che, per chiarezza, si chiami “certificato Covid-19 Ue”, mentre Commissione e Consiglio rimangono sull’originale “certificato verde digitale”. Confermata invece la caratteristica principale dello strumento: un codice QR, prodotto grazie ai dati forniti dalle autorità sanitarie nazionali, che attesterà quando una persona è stata vaccinata (e con quale prodotto) oppure, in alternativa, se ha sviluppato gli anticorpi essendo guarita dall’infezione o, ancora, se ha effettuato un test che è risultato negativo.

I certificati potranno essere conservati nelle apposite app iOS e Android dello smartphone; ma non solo. Da Bruxelles confermano infatti che, una volta richiesto alle autorità competenti, il certificato potrà anche essere ricevuto via email e stampato su un supporto cartaceo. Alcuni Stati, tra cui la Francia, stanno invece lavorando alla possibilità di integrare il pass Ue nella già esistente app di tracciamento nazionale dei contagi. I codici QR saranno poi protetti attraverso un sistema di doppia chiave crittografica e potranno essere letti soltanto dalle autorità degli Stati che avranno accesso alla chiave attraverso un’apposita applicazione predisposta dalla Commissione.

Le prossime settimane saranno necessarie per capire dove andranno le trattative politiche. Il Parlamento europeo - che ieri ha dato l’ok a larga maggioranza al proprio testo negoziale - chiede infatti test gratuiti per tutti e che il possesso del certificato sia condizione sufficiente per la ripresa degli spostamenti, senza l’ulteriore imposizione di misure restrittive come tampone o quarantena da parte degli Stati; i governi e la Commissione, invece, giocano sulla difensiva e ritengono che sia più prudente lasciare al singolo Paese la possibilità, alla luce di determinate circostanze, di adottare ulteriori precauzioni.
 

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Il Gazzettino