Una caduta del Pil dell'8,3%: è quanto prevede l'Istat che parla di una «una marcata contrazione nel 2020», e «una ripresa parziale nel...
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La crisi. Insomma «il Covid-19 si è manifestato in una fase del ciclo economico italiano caratterizzata da segnali di debolezza». L'Istituto ricorda che alla fine del 2019, l'economia italiana «presentava evidenti segnali di stagnazione». E «nonostante la ripresa» stimata «alla fine del 2021 i livelli dei principali aggregati del quadro macroeconomico risulterebbero inferiori a quelli del 2019». Le previsioni dell' Istat «sono basate su ipotesi che riguardano prevalentemente l'ampiezza della caduta della produzione nel secondo trimestre del 2020, più marcata di quella del primo, e la velocità della ripresa dei ritmi produttivi nel terzo e quarto trimestre. Ulteriori assunzioni riguardano - aggiunge - l'assenza di una significativa ripresa dei contagi nella seconda parte dell'anno, l'efficacia delle misure di sostegno ai redditi e gli impegni di spesa previsti nei recenti decreti e, infine, il proseguimento di una politica monetaria accomodante».
L'occupazione.
Il Gazzettino