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In Emilia-Romagna crescono a una velocità che non si era mai registrata prima i contagi al Covid, da giovedì tutta la provincia di Bologna sarà in zona rossa e nei prossimi giorni restrizioni simili potrebbero essere decise anche per altre aree della Regione. L'istituzione della zona rossa per Bologna, che sarà in vigore fino al 21 marzo e che comprenderà anche la chiusura di tutte le scuole, nidi compresi, oltre a quella dei centri commerciali, sarà sancita da un'ordinanza della Regione, ma è stata chiesta, promossa e poi annunciata dal sindaco Virginio Merola. Nell'ultimo anno, invece, la comunicazione di provvedimenti di questo tipo era sempre stata centralizzata dalla Regione e dal presidente Stefano Bonaccini.
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Anche Modena in zona rossa
Dopo Bologna, anche Modena da giovedì 4 marzo diventerà zona rossa. «Una scelta necessaria e indispensabile per poter arrestare la diffusione del contagio», dice il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, annunciando il provvedimento deciso dalla Regione Emilia-Romagna in condivisione con i sindaci della provincia modenese. «Ci aspettiamo aiuti alle famiglie e ristori», prosegue. I dettagli dell'ordinanza, valida per due settimane, saranno definiti domani dalla Regione.
Ospedali in difficoltà
Oltre ai dati in forte aumento, preoccupa, in particolare la tenuta del sistema ospedaliero. Paolo Bordon, direttore dell'Ausl, traccia un quadro che delinea una situazione ai limiti del controllo: «Ieri - dice - abbiamo registrato, in termini assoluti, il nostro valore massimo di nuovi casi di positività al coronavirus e, negli ultimi giorni, si è manifestato, con forte violenza, l'impatto sulla nostra rete ospedaliera. Il trend di crescita, che fino a due settimane fa vedeva poco più di 500 persone ricoverate, un dato già importante, adesso supera le 900 persone. Sono stati oltre 200 i ricoveri nell'ultimo fine settimana, sono numeri che non abbiamo mai visto. Non abbiamo ancora visto la fine di questo picco, iniziato in modo così violento, quindi ci aspettiamo ancora un peggioramento».
Scuole chiuse
A far discutere, in particolare, è la chiusura di tutte le scuole (dai nidi all'Università), misura ulteriormente restrittiva rispetto alle caratteristiche del dpcm in vigore fino a venerdì. A far prendere questa decisione è stato soprattutto il fatto che mai così tanti casi di coronavirus si erano registrati nelle scuole della Regione come nel mese di febbraio: dagli asili nido alle superiori sono stati in totale 6.080 tra bambini, ragazzi, insegnanti e personale gli emiliano-romagnoli ad aver contratto il Sars-Cov2. Un aumento del 70% rispetto alle quattro settimane piene di gennaio.
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Nelle ultime due settimane - dal 15 al 21 e dal 22 al 28 febbraio - c'è un'incidenza superiore ai 350 casi ogni 100mila persone per tutte le fasce d'età dai 6 ai 18 anni, mentre tra i bambini fino ai 5 anni l'incidenza è vicina ai 250 casi. «A nome dei sindaci di tutta la Città metropolitana - ha detto Merola - chiedo al Governo di accelerare il piano di vaccinazione in tutti i modi possibili e di prevedere adeguate integrazioni economiche per le attività coinvolte dal provvedimento di zona rossa che adotterà la nostra Regione, così come i congedi parentali anche retroattivi per i genitori».
Il bollettino regionale
Dall'inizio dell'epidemia, in Emilia-Romagna sono stati registrati 265.214 casi di Covid.
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La campagna vaccinale
Questa mattina l'assessore alla Sanità regionale Raffaele Donini è intervenuto nella seduta congiunta della commissione Politiche per la salute e sociali e Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità per parlare sullo stato della campagna vaccinale regionale. Donini, in particolare, ha sottolineato che «l' Emilia- Romagna si conferma ai primi posti, arrivando al 10 per cento delle vaccinazioni italiane». Poi l'assessore ha anche spiegato che «delle 538.850 dosi consegnate ne sono già state somministrate 386.698 (mentre nel mese di marzo è previsto l'arrivo di ulteriori 470.000 dosi)». Infine Donini ha comunicato che «i contagi fra le persone che si sono già sottoposte al vaccino, sanitari e ospiti delle strutture per anziani, sono praticamente nulli».
Variante inglese e scuola
Quanto alle varianti, Donini ha spiegato che «la mutazione genetica del virus (la cosiddetta variante inglese), oggi preponderante rispetto al ceppo originario, è indubbiamente un problema. In regione registriamo un'impennata dei contagi: la soglia di occupazione dei letti ordinari è arrivata al 39 per cento, mentre il tasso sulla saturazione delle terapie intensive è al 31 per cento; particolarmente colpiti sono i giovani e i giovanissimi, con un picco nelle ultime due settimane: 3.233 positivi tra alunni e studenti e 483 tra il personale scolastico, da settembre sono invece 18.197 i positivi tra alunni e studenti e 3.043 tra il personale scolastico». «Non ci aspettavamo questi dati - ha concluso l'assessora alla Scuola, Paola Salomoni - l'obiettivo è tutelare gli studenti, anche nella didattica a distanza, per non lasciare solo nessuno».
Il Gazzettino