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Elezioni politiche 2022 - Carlo Cottarelli sarà il candidato unitario alle elezioni politiche di Pd e Più Europa. Ad annunciarlo con una conferenza stampa nella sede romana di Più Europa i leader Enrico Letta ed Emma Bonino. «Ho accettato l’offerta di Pd e Più Europa per essere un candidato comune», ha confermato l’economista, direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici della Cattolica di Milano, in videocollegamento dagli Stati Uniti.
«Per noi candidare Cottarelli è un privilegio, sarà una delle punte di diamante della nostra campagna elettorale», ha aggiunto il segretario del Pd. L’economista, ha proseguito, «sarà candidato nel Nord del nostro Paese, sia in un collegio uninominale sia nella parte proporzionale, sarà capolista, abbiamo intenzione di far sì che sia una candidatura visibile, forte, importante».
Riparte da qui, da una candidatura di peso, l’asse Pd-Più Europa a pochi giorni dallo strappo del leader di Azione Carlo Calenda. L’ex ministro dello Sviluppo economico, vicino ad annunciare un accordo per il “Terzo polo” con il leader di Italia Viva Matteo Renzi, è il convitato di pietra della conferenza stampa. Durissimo l’attacco in apertura dell’ex compagna di viaggio Bonino. «Mai avevo visto un voltafaccia cosi' repentino, immotivato e anche truffaldino», l’affondo. Letta preferisce non nominare l’ex alleato: «Questa intesa vede entrare Cottarelli e vede uscire qualcun altro che ha deciso così». Benedetto Della Vedova, segretario generale di Più Europa, sceglie invece una battuta: «Questa volta durerà il patto e durerà Carlo», scherza riferendosi al neo-acquisto Cottarelli.
L’economista confida in apertura le ragioni della candidatura. «Le prossime elezioni sono le più importanti, si confrontano due visioni nel mondo diverse, una progressista e una conservatrice: l’Italia deve decidere», spiega.
Sono giorni di riflessioni per il centrosinistra. Mancano ormai due settimane alla presentazione delle liste, «entro ferragosto intendiamo chiudere», garantisce Letta. Nella giornata di lunedì una rilevazione dell’Istituto Cattaneo ha disegnato uno scenario preoccupante per la coalizione progressista. Dopo il divorzio di Azione – e con il Terzo polo pronto a scendere in campo – il centrosinistra potrebbe ottenere solo 23 collegi uninominali su 147 alla Camera e 9 collegi su 74 al Senato. Un risultato che consegnerebbe al centodestra unito quasi i due terzi dei seggi in entrambe le camere.
Prima di chiudere le liste Pd e Più Europa dovranno trovare un accordo sulla spartizione del 30% di collegi uninominali che erano stati precedentemente affidati al tandem Più Europa-Azione. E va sciolto il nodo della candidatura nei collegi uninominali dei leader di partito alleati – fra tutti il leader di Impegno Civico Luigi Di Maio – condizione su cui Calenda e Bonino avevano inizialmente posto un veto. «Ne stiamo discutendo in queste ore, lo faremo con tutti i contraenti della coalizione. Troveremo le soluzioni», rassicura Letta. L’affondo finale è per la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «Si sta incipriando per cambiare volto», l’accusa del segretario dem, «vorrei sapere cosa pensa lei della flat tax, vedo che finora è rimasta in silenzio».
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Il Gazzettino