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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per l'ex sottosegretario Nicola Cosentino a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa in quanto ritenuto referente del clan dei Casalesi.
Nicola Cosentino, condanna a 10 anni in Cassazione
I giudici hanno infatti rigettato il ricorso presentato dai legali di Consentino, gli avvocati Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre. Cosentino - fanno sapere i legali - si costituirà in carcere nelle prossime ore.
La vicenda
Cosentino è stato condannato nell'ambito del processo per le infiltrazioni del clan dei Casalesi nell'Eco4, società che all'inizio degli anni duemila ha gestito la raccolta dei rifiuti in una ventina di comuni del Casertano. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Silvia Salvadori aveva chiesto durante la requisitoria il rigetto del ricorso presentato contro la sentenza della Corte di Appello di Napoli, che il 21 luglio 2021 aveva condannato Cosentino a 10 anni, con un aumento di pena di un anno rispetto alla sentenza di primo grado emessa il 17 novembre 2016 dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
I GIUDIZI
Per l'ex sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi poche settimane fa era invece arrivata l'ultima assoluzione.
ASSOLUZIONI E CONDANNE
L'ex sottosegretario era alla sbarra insieme ai fratelli Giovanni e Antonio e ad altri imputati, accusati a vario titolo di estorsione e concorrenza illecita aggravati dalle modalità mafiose. I fatti facevano riferimento all'azienda di famiglia dei Cosentino, l'Aversana Petroli. Nell'ottobre del 2018 già la Corte d'Appello di Napoli aveva assolto Cosentino, mentre in primo grado l'ex sottosegretario era stato condannato a 7 anni e sei mesi di carcere. Definitiva, invece, la condanna a 4 anni di reclusione per aver corrotto un agente della polizia penitenziaria del carcere di Secondigliano allo scopo di introdurre in cella generi alimentari, vestiti e un ipod. Il 12 ottobre del 2021, inoltre, la sesta sezione della Corte di Appello di Napoli ha assolto Cosentino dall'accusa di diffamazione. L'ex sottosegretario aveva definito i collaboratori di giustizia «camorristi schifosi che hanno da scontare ergastoli e puntano a salvare i propri patrimoni», inducendo l'ex camorrista 'pentitò, Michele Frongillo, a denunciarlo. Infine, nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta «P3», Cosentino è stato condannato a 10 mesi non per i reati connessi all'associazione a delinquere ma per diffamazione e violenza privata nei confronti dell'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.
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Il Gazzettino