«Caro ministro, più che la ruspa qui ci serve l’esercito», dirà oggi Virginia Raggi a Matteo Salvini. La sindaca di Roma busserà al...
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I RIENTRI ASSISTITI
Raggi nel frattempo ha chiesto ai suoi di accelerare con i rimpatri. I primi 14 nomadi del River sono tornati in Romania a inizio mese, altri 15 dovrebbero salire sui pullman nelle prossime settimane. Raggi pochi giorni fa è perfino andata a Craiova, a 200 chilometri da Bucarest, per prendere contatti di persona con associazioni e istituzioni del luogo. L’amministrazione di questa cittadina dell’Oltenia ha offerto 170 terreni ai romeni che torneranno da Roma, con la promessa che lì potranno autocostruirsi una casetta e, in qualche modo, cominciare una vita nuova. Raggi è convinta che questa sia la «terza via» dei pentastellati, a metà tra la ruspa leghista e il «buonismo», dicono in Campidoglio, di certa sinistra.
I TERRENI A CRAIOVA
Servirà tempo per capire se è questa la mossa che può risolvere un problema che la Capitale conosce da anni e che tante amministrazioni, di ogni colore politico, hanno dovuto affrontare, senza venirne a capo. Raggi lo ha ricordato ieri, partendo in qualche modo dalle critiche di Salvini sul «casino totale» che si vivrebbe a Roma. La sindaca ha sostenuto che i campi rom sono «un caos», sì, ma «dal 2008, da quando esistono in maniera ufficiale, e drenano dalle casse del Comune circa 25 milioni di euro l’anno, facendo vivere le persone in condizioni pessime sia dentro il campo sia per chi rimane fuori». I Cinquestelle, dice Raggi, hanno «messo le mani su questa situazione e il nostro obiettivo è chiudere i campi favorendo l’integrazione con diritti e doveri». Il censimento annunciato da Salvini, che sollevò un polverone di polemiche, «lo abbiamo già fatto con delle mappature socio-sanitarie - ribatte la pentastellata - per capire chi vive nei campi e in che condizioni è. Il Comune ha già messo in atto tutta una serie di misure». Peccato che finora, rimpatri a parte, la formula non abbia funzionato granché. E gli sgomberi sono slittati, anche prima che si muovesse la Corte europea. Per uscirne, è convinto il Campidoglio, serve anche l’aiuto del governo. A Salvini, Raggi chiederà l’invio dell’Esercito, per presidiare i principali campi rom della Capitale. Finora, a guardia delle baracche ci sono solo i vigili urbani. Ma possono fare poco e quando ci provano spesso se la vedono brutta: i pizzardoni che ieri si sono affacciati al River per notificare una denuncia sono stati presi a sassate. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino