ROMA - «Iniziative autonome non giustificate», basta andare «in ordine sparso», perchè si rischia di far danno: se mancasse il coordinamento tra i...
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Poi chiede anche ai presidenti delle Regioni fuori dall'area del contagio di non agire da soli, senza indicazioni da Roma. Ma le sue parole scatenano un putiferio e rompono il fair play che c'era stato finora anche con i governatori leghisti, riportando in primo piano lo scontro in atto con Matteo Salvini. «Conte usa parole quasi fasciste, evoca i pieni poteri, si dimetta», dice Riccardo Molinari a nome della Lega. Conte intanto istituisce un tavolo di coordinamento quotidiano tra governo e regioni nella sede della Protezione civile. L'obiettivo è anche prevenire episodi come quello della quarantena imposta in Basilicata agli studenti che tornano dal Nord. O della sua telefonata, a conferenza stampa in corso, al presidente delle Marche Luca Ceriscioli che stava per annunciare la chiusura delle scuole: il premier gli chiede di non farlo e il governatore, immediatamente, si adegua.
Anche con i governatori del Nord, che fronteggiano il contagio, Conte sceglie la linea del filo diretto: su quel filo punta per tenere l'unità nazionale contro il Coronavirus, mentre Matteo Salvini cannoneggia il governo.
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Il Gazzettino