Si chiama "sinofobia". Ovvero la paura e l'avversione verso le persone di etnia cinese. Se ne sta parlando in questi giorni, soprattutto dopo il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lala Hu trova il supporto dei residenti digitali, like e retweet per un argomento che la docente che si divide tra Milano, Venezia e Shanghai amplia così: «Non sono preoccupata per me o altri che hanno sviluppato anticorpi a #razzismo, ma per chi non ha strumenti per difendersi. In Altopolesine 2 fratellini non possono andare a scuola nonostante siano risultati sani perché i genitori compagni 'non vogliono bambini cinesi'».
Coronavirus, caso sospetto a Pistoia
L'argomento è, purtroppo, d'attualità. La professoressa di marketing ricorda altri casi apparsi nelle pagine di cronaca italiana: «Il giocatore 13enne di calcio a cui viene augurato di prendere il virus, la studentessa sul treno che riceve sputi e così via. Il dramma del #coronavirus preoccupa le persone di origine cinese come italiani e tutti, ma ciò non giustifica intolleranza e violenza di ogni sorta».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino