«Se vuole, ha una bomba in mano. Lei può far esplodere la bomba. Scoppierà un casino. Arriviamo a Renzi». Così, in più di un incontro tra...
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I colloqui, riferisce Repubblica, risalgono alla primavera del 2015: ad aprile di quell'anno, la Procura di Modena aveva appena ricevuto gli atti dell'inchiesta sugli affari della coop Cpl Concordia, aperta dalla Procura di Napoli e poi trasmessa per competenza territoriale nella città emiliana. È la stessa procuratrice a ricostruire i retroscena durante la seduta di oltre due ore e mezza davanti alla prima commissione del Csm. Nel corso dell'audizione, riferisce il quotidiano, «racconta di aver visto Scafarto e Ultimo particolarmente 'spregiudicati' e come 'presi da un delirio di onnipotenza'».
ULTIMO: "MAI FINI POLITICI" «Non ho mai svolto indagini per fini politici». Il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, risponde così - interpellato dall' ANSA - a quella che definisce una «campagna di linciaggio mediatico». A proposito del procuratore Musti afferma di non averla «mai forzata in nessuna cosa» e di aver sempre svolto «le indagini che ci ha ordinato con lealtà e umiltà». «Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri», aggiunge. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino