In Italia la temperatura cresce più che in altre parti del mondo e la Penisola è più esposta ai pericoli dei cambiamenti climatici. A sostenerlo è...
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Meteo, previsioni: maltempo ovunque, allerta arancione anche nel Lazio
Clima, temperatura in aumento. E in Italia cresce più che nel resto del mondo. Bacino padano
tra i più inquinati d'Europa
BACINO CHIUSO
L'innalzamento del livello del mare e delle temperature è infatti il risultato di «tutte le scelte sbagliate degli ultimi anni» anche se «a penalizzarci è la posizione al centro di un bacino chiuso». Il clima d'altronde non è unico in tutto il Pianeta e quindi «la risposta al riscaldamento non solo è diversa», ma può anche avere risvolti inattesi. «Le regioni artiche ad esempio, quelle della Russia, si stanno riscaldando ancora più velocemente del nostro mare» spiega il docente che è anche al vertice del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti Climatici (Cmcc). «Noi abbiamo superato la soglia di +1,5 gradi e già nel 2020 andiamo verso quella dei 2 gradi, vale a dire il limite che secondo gli accordi di Parigi non dovremmo sfiorare prima della fine del secolo».
LE CONSEGUENZE
Una situazione drammatica che si manifesta con problemi di breve e lungo periodo. «Quasi ogni anno abbiamo rischi di siccità, incendi boschivi e tempeste di vento - continua Valentini - Catastrofi che hanno una frequenza nuova rispetto al passato e che non solo creano grossi problemi alla nostra agricoltura e alle risorse idriche ma che dovranno anche cambiare il nostro modo di costruire le infrastrutture, soprattutto lungo la costa». Nel lungo periodo infatti, il rischio è che «con lo scioglimento dei ghiacciai le zone costiere finiscano sommerse entro la fine del secolo».
Dovremmo cioè dire addio non solo a Venezia, ma anche ad aree che consideriamo al sicuro come la costa laziale o quella campana. «La battaglia però in questo caso è geopolitica» e lo scontro tra visioni diverse rischia di travolgere il nostro Paese che può solo provare «a fare diversamente» e soprattutto convincere gli altri a farlo. «Il Coronavirus e il lockdown hanno dimostrato che basta poco per vedere i primi effetti di scelte differenti - aggiunge il premio Nobel - Dopo poche settimane di chiusura la natura ha iniziato a riprendersi i suoi spazi». Ovviamente però «non bastano pochi mesi» per vincere lotte come quella contro il cambiamento climatico o gli altri danni causati dall'uomo al Pianeta.
LA BIODIVERSITÀ
A ricordarlo oggi è anche la Giornata mondiale dell'ambiente che quest'anno è dedicata alla diversità biologica e, in Italia, sarà celebrata proprio dall'Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) con una tavola rotonda con il ministro dell'Ambiente Sergio Costa e la ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova. Il tema è fondamentale. Come spiega l'Onu che dal 1972 ha istituito per il 5 giugno queste ventiquattr'ore per riflettere sull'ambiente, la biodiversità infatti è in pericolo con oltre un milione di specie (su 8,7) a un passo dall'estinzione. Una catastrofe vera e propria dato che questa varietà è «la base che sostiene la vita sulla terra e sott'acqua» e «la sua modifica influisce sull'intero sistema e può produrre conseguenze negative» proprio come il coronavirus. Non a caso, avverte l'Onu, «circa il 75% delle malattie infettive emergenti nell'uomo sono trasmesse alle persone dagli animali». La natura «ci sta inviando un messaggio», non possiamo ignorarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino