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Offese a lui e alla figlia morta diffuse sui social, ora anche il selfie del presunto killer che sembra scattato direttamente dal carcere minorile postato su Instagram. È la goccia che fa traboccare il vaso per Vincenzo Gualzetti, il padre di Chiara, la sedicenne uccisa il 27 giugno 2021, che si è rivolto ai Carabinieri per fare chiarezza sulla vicenda. «Riconosco l’omicida di mia figlia che fa il segno della vittoria. Perché girano cellulari al Pratello?» È la denuncia di Gualzetti che si è presentato in caserma con il materiale pubblico acquisito dai social tra post e foto.
L'omicidio di Chiara Gualzetti
Chiara Gualzetti aveva 16 anni quando è uscita di casa il 27 giugno 2021 a Valsamoggia (Bologna) per incontrare un amico. Ma non è mai tornata: è stata trovata morta, uccisa a coltellate, nel parco a pochi passi da casa sua. Per la morte è imputato il suo amico Andrea, il ragazzo che voleva incontrare. Il giovane è stato detenuto in un carcere minorile ed è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla minore età della vittima.
La denuncia del padre Vincenzo: perchè usano cellulari in carcere?
Vincenzo Gualzetti da allora convive con il dolore per aver perso la figlia e anche con l'orrore di dover leggere insulti e commenti contro di lei sui social. Frasi e fotografie pubbliche che a volte trova online o che gli vengono segnalate. Ora in una foto postata su Instagram ha riconosciuto il presunto killer di Chiara. Il selfie sembra scattata dal carcere, come confermerebbe anche un altro video allegato e mostra il presunto omicida fare il segno della vittoria, con accanto un amico. Se così fosse si tratterebbe di un fatto grave, in quanto i ragazzi in carcere non hanno la possibilità di utilizzare liberamente il telefono. «Ho sporto denuncia ai carabinieri ho consegnato tutto il materiale che ho ricevuto io e che è pubblico.
Le indagini sul selfie: forse scattato con i tablet del carcere
Ora i fatti saranno approfonditi dalla Procura minorile, guidata dalla procuratrice Silvia Marzocchi. Secondo i primi rilievi, le foto e i post sarebbero state pubblicate con un uso improprio dei tablet che vengono messi a disposizione dei giovani detenuti per le video chiamate con i parenti (che sostituiscono i colloqui dall'inizio della pandemia) e per le lezioni ed esami universitari. Sono in corso le indagini con accertamenti su tutti i dispositivi.
Il processo
In questi giorni è stata depositata un'ultima perizia psichiatrica disposta dal Gup Anna Filocamo, che ha confermato che il ragazzo era capace di intendere e di volere. L'omicidio di Chiara sarebbe dunque un gesto premeditato e compiuto con lucidità e disumana ferocia e non un atto di follia, come lui stesso aveva voluto far credere durante gli interrogatori in cui aveva parlato di una "voce nella testa" di un "demone" che gli diceva di uccidere la ragazza.
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Il Gazzettino