A Trecastagni conoscono tutti Alfio Cardillo. Ventisei anni, professione falegname, appassionato di body building, come mostrano le sue foto su Facebook, nessuno crede che possa...
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L'aggressione, che secondo i militari sarebbe stata premeditata, ha scioccato il piccolo paese ai piedi del Parco dell'Etna. La vittima della violenza sessuale vive in un altro centro della provincia, non è molto conosciuta ma è stimata per il suo lavoro. Il sindaco di Trecastagni le ha espresso la vicinanza del municipio: «L'amministrazione farà tutto il possibile per darle pieno sostegno».
Indignati, scioccati, ma anche stupiti: sono questi gli stati d'animo contrastanti delle persone, che, oltre alla solidarietà nei confronti della donna, non nascondono la sorpresa: «Gli avevo servito due amari l'altra sera - dice il titolare di un bar - è un ragazzo educato, non ha mai dato segnali che potesse commettere un atto del genere».
«Non ero io, non ero in me, non so perché l'ho fatto e sono profondamente pentito», ha riferito il legale dell'uomo, l'avvocato Luca Sagneri. «Ha ammesso gli addebiti che gli sono contestati - ha aggiunto il penalista -. Ma ha agito in un forte stato di incoscienza». Secondo la sua ricostruzione al gip, Cardillo, ha detto di aver avuto un violento mal di denti e di aver tentato di sedare il dolore bevendo alcolici. Per questo sarebbe andato alla Guardi medica dove la dottoressa gli avrebbe somministrato un antidolorifico per via intramuscolo. «Quello che è successo dopo - ha sottolineato l'avvocato - lui non lo sa spiegare. L'unica cosa che ha ripetuto più volte è stato 'non ero io, sono veramente pentitò».
L'avvocato Sagneri ha sottolineato come il suo assistito sia incensurato e per questo ha chiesto al gip la concessione degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
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Il Gazzettino