Casal Bruciato, primi denunciati: anche chi urlò «ti stupro»

Rimane alta la tensione a Casal Bruciato, a Roma. Primi denunciati per le proteste avvenute nei giorni scorsi a Casal Bruciato contro l'assegnazione di una casa popolare ai...

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Rimane alta la tensione a Casal Bruciato, a Roma. Primi denunciati per le proteste avvenute nei giorni scorsi a Casal Bruciato contro l'assegnazione di una casa popolare ai nomadi. Secondo quanto si è appreso, tra questi ci sarebbe anche chi ha urlato la frase «ti stupro» al passaggio della donna rom con la bambina. Identificati e denunciati anche chi ha insultato con frasi razziste la famiglia rom.


Nel grande cortile che dà respiro alle quattro palazzine al 20 di via Sebastiano Satta, a Casal Bruciato, sembra essersi tranquillizzato il clima di tensione che ha viziato due giorni di proteste e contestazioni per l'assegnazione alla famiglia rom dell'appartamento al secondo piano. Tolto gazebo e bandiere, in casa Omerovic si è rasserenata anche Violetta, fino a ieri spaventata e sfuggente. Mentre il papà e la mamma annunciano una festa per presentarsi ai vicini, lei mangia un gelato su uno dei materassi sistemati nel salotto spoglio come il resto dell'appartamento. «Vogliamo diventare cittadini italiani, proprio come i miei figli», dice il capofamiglia.

Il capofamiglia. «Oggi va meglio, stamattina sono uscito a fare colazione al bar ma non so dopo come andrà, vedremo nei prossimi giorni. Ho aspettato tanto tempo per questa casa e devo rimanere qui». Lo ha detto Imer, capofamiglia del nucleo di 14 nomadi assegnatario di una casa popolare a Casal Bruciato, teatro di proteste. «Siamo molto preoccupati - aggiunge - mia figlia di 3 anni non dorme da quattro giorni, si sveglia continuamente. L'altra di 9 anni ha avuto il panico». Imer racconta che vive a Roma da 30 anni. «Pulisco cantine - ha raccontato - faccio il mercatino a Boccea, vendo e compro auto».
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Il Gazzettino