Marco Cappato, radicale ed esponente dell'associazione Luca Coscioni è stato iscritto dal pm Tiziana Siciliano nel registro degli indagati dopo l'autodenuncia...
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Oggi ha replicato. «Ovviamente non c'è stata nessuna istigazione al suicidio di Fabo. Anzi abbiamo ottenuto di dissuaderlo per qualche settimana in più, facendogli venire la forza e la voglia di lottare per i diritti di tutti. L'aiuto, si quello l'ho dato su sua richiesta». Così Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, indagato per aiuto e istigazione al suicidio di Fabiano Antoniani, a margine di una conferenza stampa davanti a Montecitorio organizzata per chiedere di non posticipare la discussione in aula del ddl sul testamento biologico. «L'ho l'aiutato ad ottenere l'assistenza medica alla morte volontaria in un Paese in cui è consentito quello che dovrebbe esser consentito anche da noi», ha aggiunto.
E ancora: «La ragione per cui lui mi ha chiamato è non coinvolgere nella responsabilità le persone che amava». «Non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte della magistratura», precisa Cappato, che spiega poi cosa a riferito ai Carabinieri della Compagnia Duomo, a Milano, dove ieri è andato ad autodenunciarsi. «Ho raccontato di aver fatto salire Fabo con la sua carrozzella nella sua macchina e aver guidato la macchina fino a Zurigo».
Dopo l'autodenuncia di ieri davanti ai carabinieri della Compagnia Duomo - nella quale l'esponente dei Radicali ha raccontato di aver accompagnato Fabiano Antoniani a morire per suicidio assistito in una clinica in Svizzera, svelando che sta aiutando anche altre persone - Cappato è stato iscritto stamani nel registro degli indagati dal pm Siciliano, che coordina il pool "ambiente, salute e lavoro", per il reato previsto dall'articolo 580 del codice penale, ossia «istigazione o aiuto al suicidio», e che prevede pene che vanno dai 5 ai 12 anni di carcere.
In particolare, a Cappato, indagato a seguito del suo verbale di spontanee dichiarazioni di ieri, viene contestata la parte del reato in cui si stabilisce che deve essere punito chi «agevola in qualsiasi modo l'esecuzione» del suicidio. Ora il pm ha intenzione di interrogare (potrebbe farlo nei prossimi giorni) il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni alla presenza di un avvocato.
Gli inquirenti, dopo l'interrogatorio di Cappato, dovranno svolgere accertamenti e fare valutazioni anche complesse e delicate perché, da quanto è stato riferito, questo è certamente un caso che può fare giurisprudenza. «Ci sono diversi profili che dovranno essere affrontati, compresa la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in materia di diritti», aveva chiarito ieri il procuratore Francesco Greco, spiegando anche che «per questo reato l'aiuto deve essere portato fino all'atto finale». Si tratta, aveva aggiunto il capo della Procura milanese, di «una storia complessa che presenta profili di rilievo sia in termini di principi generali che giuridici, dato che qui c'è una questione di diritto alla vita e alla morte».
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Il Gazzettino