Una riforma del reato di abuso d’ufficio è non solo possibile ma anche auspicabile, per evitare la cosiddetta “paura della firma” da parte dei funzionari...
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IL CODICE
L’ultima modifica dell’articolo 323 del codice penale risale a venti anni fa e adesso Cantone ipotizza una correzione. «Si può e si dovrebbe intervenire», dice. Una ragionamento che parte da una considerazione: «C’è uno iato tra il numero di procedimenti aperti dalle procure per abuso d’ufficio e i fascicoli che effettivamente arrivano a una sentenza di condanna. La maggior parte delle inchieste - spiega il presidente dell’Anac - si conclude con archiviazioni, proscioglimenti o assoluzioni. È un’anomalia che deve portare a una migliore definizione del reato». Una considerazione legata a doppio filo a un altro dato: l’immobilismo di molte amministrazioni, dovuto al timore di dirigenti e funzionari. Cantone commenta: «La cosiddetta paura della firma viene anche utilizzata come alibi per non agire, ma non va sottovalutata: molti amministratori sono effettivamente bloccati nel loro operato perché temono di finire sotto inchiesta. Si può intervenire - aggiunge il presidente dell’Anac - focalizzando meglio le condotte da perseguire individuando i casi di conflitto di interesse e ingiusto vantaggio. Sarebbe interessante una legislazione seria che riguardi le fondazioni e i partiti, i meccanismi di trasparenza dei finanziamenti della politica, una legge sui partiti che renda trasparente i criteri delle nomine».
LA CORRUZIONE. Il danno al sistema economico che provoca la corruzione è alto: nel 2016 - dati Gdf - gli appalti irregolari sono costati 3,4 miliardi di euro, altri 5,4 miliardi sono da collegare alla responsabilità amministrativa per truffe e sprechi su fondi pubblici italiani. Ma in realtà il fenomeno è più ampio. «Spesso il corrotto viene considerato un furbo» dice l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, condirettore del Master insieme con Cantone. «La corruzione è uno dei reati più gravi perché sconvolge il sistema economico e culturale. L’esecrazione sociale è uno dei motori della prevenzione della corruzione, ogni cittadino deve diventare cultore della legalità».
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Il Gazzettino