Cannabis light, la Cassazione: «Vendita illegale»

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«La legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis», come l'olio, le foglie, le inflorescenze e la resina». Lo ha hanno deciso le sezioni unite penali della suprema corte che così danno uno stop alla vendita della cannabis light.


La Procura generale della Cassazione aveva chiesto, davanti alle sezioni unite penali della Suprema Corte, di «trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale» in merito alla questione della cannabis light su cui si erano già espresse, con contrarie interpretazioni, la Quarta e la Sesta sezione della Cassazione (se per la prima il commercio di canapa light è vietato, per la seconda è lecito). Nel riferire le conclusioni del pg della Cassazione, l'avvocato penalista Carlo Alberto Zaina, ha spiegato che «tutto ciò prevederà un allungamento dei tempi anche fino ad un anno e mezzo» prima di dirimere la questione. L'udienza si è svolta a porte chiuse.


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«Al di là delle considerazioni esposte, è comunque incontrovertibile l'esistenza, nella materia in esame, di un contrasto giurisprudenziale, onde si ritiene necessario rimettere alle Sezioni unite la risoluzione del quesito di diritto» recita l'ordinanza della Quarta corte dell'8 febbraio 2019. Un giudizio destinato ad avere un impatto enorme su una delle fette più dinamiche dell'economia italiana.  Secondo l'Aical, Associazione italiana cannabis light (la Confindustria della marijuana), pur in assenza di dati certificati, il mercato della canapa in Italia vale oggi circa 80 milioni di euro, in crescita a tassi del 100% l'anno. Un valore che comprende l'intera filiera: coltivazione, distribuzione, fino alla vendita di oltre 100 prodotti come fiori, tisane, oli, cosmetici, fino alle farine per la piadina. In tre anni, il numero di negozi di canapa light nel nostro Paese è passato da zero a oltre 3.000. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino