Campidoglio, Berdini resta ma con tecnici di fiducia e più vicini al M5S

Paolo Berdini
Il day after l’esplosione del caso Berdini, si passa al ‘fact checking’. Virginia Raggi passa sopra quell’«impreparata» sibilato dal suo...

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Il day after l’esplosione del caso Berdini, si passa al ‘fact checking’. Virginia Raggi passa sopra quell’«impreparata» sibilato dal suo assessore nell’intervista a La Stampa e passa alla verifica dell’operato amministrativo del prof. In serata riunisce la maggioranza a Cinque Stelle, ancora in fibrillazione, e fa il punto sul da farsi.


L’ipotesi che si fa strada è che Berdini sia affiancato in assessorato da un gruppo di persone più ‘organiche’ al M5S per tentare di rendere la sua azione di governo maggiormente omogenea alla linea dei pentastellati. Insomma, per ora, Berdini - 63 anni, allievo di Antonio Cederna e Italo Insolera - tiene. La prima cittadina non ha ancora sciolto la riserva ma vuole guardare avanti. Archiviata la volontà immediata di trovare un sostituto, si passa allo screening per il comitato di esperti che dovrebbe supportarlo. Parallelamente si stringe sulla scelta di una donna, new entry in giunta, che dovrà assumere la delega ai lavori pubblici, settore strategico per rendere visibile l’azione di governo in città. A Palazzo Senatorio per tutta la giornata l’atmosfera è quella dell’attesa: non ci si sbilancia in previsioni e si evitano i commenti. «Berdini? Devo andare a prendere il caffè...», glissa il capogruppo Paolo Ferrara.


In suo favore scendono in campo personalità della cultura nazionale, da Alberto Asor Rosa a Vezio De Lucia, da Adriano La Regina, a Fulco Pratesi fino a Tomaso Montanari: «Berdini è urbanista competente, coraggioso, schierato da sempre a favore degli interessi generali contro la piaga della speculazione. Chiediamo a lei, sindaca di Roma, di respingere in modo netto le dimissioni», l’accorato appello. Il Pd torna all’attacco della Raggi e inscena una protesta, con tanto di cartelli, per chiedere alla sindaca di riferire in Aula. Il parlamentare Alessandro Di Battista, intanto, assicura che lo stadio della Roma si farà: «Quando il Movimento dice che una cosa si fa, si fa. Ma non posso tollerare che il progetto Stadio sia una minima parte di un progetto di un enorme quartiere. Sono sicuro che si metteranno d’accordo e troveranno una soluzione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino