Campi Flegrei eruzione, l'allarme del vulcanologo: «Si rischia di evacuare la gente quando il vulcano è già eruttato»

Il vulcanologo Ingv Giuseppe Matrolorenzo: «Improbabile pensare di prevedere l'evento 72 ore prima,

Cosa succederebbe nel caso di un'eruzione dei Campi Flegrei? Lo spiega Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e primo ricercatore dell'Istituto nazionale...

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Cosa succederebbe nel caso di un'eruzione dei Campi Flegrei? Lo spiega Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e primo ricercatore dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che pone l'accento sulle criticità dei vari piani e degli interventi nell'area di questo antico supervulcano situato nel golfo di Pozzuoli.

Supervulcano dei Campi Flegrei, come sarebbe l'eruzione?

 

Il piano di evacuazione

Lo studioso ha rilasciato una lunga intervista al programma «Overshoot» su Radio Radicale, nella quale ha ribadito le sue preoccupazioni. Così mentre nelle ultime settimane si è registrata una delle scosse di terremoto più forti di sempre, la vera questione, a giudizio di Mastrolorenzo, è che si parla poco di come affrontare una eventuale eruzione. «Da parte delle autorità si pone molto l'accento sul rischio sismico - spiega Mastrolorenzo -, ma nei Campi flegrei la sismicità non è mai stata particolarmente violenta, mentre il problema vero riguarda il fatto che le scosse attuali possono essere già i precursori dell'eruzione, che potrebbe essere una supereruzione per energia decine di volte superiore a quella del 79 d. C. di Pompei».

 

Impossibile prevedere l'eruzione

A giudizio del vulcanologo «è grave che si dia per scontato che si riuscirà a prevedere l'eruzione addirittura con 72 ore di anticipo, una ipotesi molto ottimistica, quasi come se avessimo firmato un contratto con il vulcano. Invece viviamo su un sistema assai complesso, in cui la variazione anche di un solo parametro nel sottosuolo può innescare l'eruzione, magari un parametro che non riusciamo a misurare».  Cosa può accadere in concreto? Spiega Mastrolorenzo: «Il problema è che la valutazione sui livelli di allerta, quando cioé passare a quello arancione e nel caso al rosso, viene presa dalla Commissione Grandi rischi sulla base di esperienze e valutazioni dei singoli membri ed è molto probabile che si arrivi a un falso allarme oppure, peggio ancora, che si ritardi l'evacuazione e ci ritroviamo magari a eruzione già iniziata...».

 

Le vie di fuga

Che alternative ci sono a questo scenario da brividi? Mastrolorenzo indica quella che ritiene la via maestra: «Bisogna abbandonare l'approccio probabilistico del piano di evacuazione e adottare quello deterministico, in pratica dobbiamo metterci in condizione di elaborare un piano che preveda l'allontanamento della popolazione anche durante una fase eruttiva già iniziata. È questo infatti lo scenario più probabile, ed è già accaduto nel caso del Pinatubo nelle Filippine o del Merapi in Indonesia. Dobbiamo essere in grado di salvare la popolazione anche in caso di eruzione, attraverso vie di fuga radiali e non tangenziali, ma questo tipo di scenario non è contemplato dagli attuali piani. Insomma, anche se l'eruzione ci coglie di sorpresa dovremmo poter sapere cosa fare e come aiutare la gente, ma tutto questo oggi semplicemente non è stato previsto».

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Il Gazzettino