Camorra, finanziere infedele recuperava armi per il clan

Camorra, finanziere infedele recuperava armi per il clan
C'era pure un finanziere dei cosiddetti «Baschi Verdi» di Napoli nel «gruppo di fuoco» che prese parte all'agguato organizzato dal clan della Vinella Grassi di Scampia, a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
C'era pure un finanziere dei cosiddetti «Baschi Verdi» di Napoli nel «gruppo di fuoco» che prese parte all'agguato organizzato dal clan della Vinella Grassi di Scampia, a Napoli, per uccidere Giovanni Esposito, esponente di rilievo dell'organizzazione nemica degli Abbinante. Secondo gli inquirenti il militare della Guardia di Finanza avrebbe avuto un ruolo «di vero e proprio affiliato al clan, a disposizione di Antonio Mennetta, capo della Vinella Grassi e artefice della faida del 2012».


Il militare si occupava di trasportare la droga e aveva anche l'incarico di recuperare le armi di cui clan della Vinella Grassi, in guerra, aveva sempre più bisogno. La circostanza emerge nell'ambito delle indagini che oggi hanno portato all'arresto di 27 persone (23 in carcere e 4 ai domiciliari) ritenute appartenenti al clan napoletani della Vinella Grassi e Di Lauro.

Il finanziere infedele, secondo gli inquirenti, faceva parte del gruppo - in cui c'era anche un altro militare della Guardia di Finanza - che era contemporaneamente al servizio del clan della Vinella Grassi e del clan Di Lauro per quanto riguarda l'acquisto, il trasporto e la vendita delle sostanze stupefacenti.

Il tutto secondo un sistema articolato e capillare di vendita grazie al quale veniva garantito il rifornimento di droga ad altre organizzazioni criminali napoletane, come il clan Pesce Marfella, e anche ad altri soggetti criminali a nord della Puglia.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino