«Ho agito in preda a un raptus» così si sarebbe difeso il cinquantenne che ieri ha dato fuoco alla sua ex, riducendola in fin di vita. È durato diverse...
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Lei gravissima. Restano gravi le condizioni della 40enne di Vercelli data alle fiamme, nella sua auto, da Mario D'Uonno, l'ex amante arrestato dopo essersi costituito.
Intanto decine di persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata in segno di solidarietà nei confronti di Simona Rocca, la donna è ricoverata in gravi condizioni al Cto di Torino; il corteo, organizzato da alcuni membri del gruppo Facebook «Sei di Vercelli se» ha percorso la via principale di Vercelli per concludersi in piazza Cavour. Presenti trae autorità la sindaca Maura Forte, il presidente della provincia Carlo Riva Vercellotti, l'arcivescovo monsignor Marco Arnolfo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mario D'Uonno, avrebbe dato fuoco alla sua ex all'interno della sua auto, dopo averla insultata, picchiata e speronata, lasciandola in gravissime condizioni. I due si erano lasciati da un paio d'anni, ma i litigi erano continuati. L'agguato è avvenuto nel parcheggio del Carrefour e dell'Oviesse di Vercelli, dove lavora la vittima, due figli di 10 e 15 anni e un marito con cui stava cercando di ricostruirsi una vita normale. «Ti ammazzo», «ti uccido», le parole pronunciate dall'uomo che, dopo averla speronata con l'auto, si è accanito nei confronti della ex con una violenza inaudita. L'ha malmenata con brutalità, poi ha dato fuoco all'auto dopo averla cosparsa di liquido infiammabile. La donna ha riportato ustioni sul 45% del corpo, il 10% delle quali di terzo grado. Dopo le prime cure all'ospedale Sant'Andrea di Vercelli, è stata trasferita al centro grandi ustionati del Cto di Torino. La prognosi è riservata. Mario D'Uonno, durante l'interrogatorio, avvenuto di fronte al suo difensore, avvocato Enrico Faragona, ha ammesso di essere stato colpito da raptus. Tra poche settimane, avrebbe dovuto presentarsi davanti ai giudici per la denuncia di stalking presentata dalla donna nei suoi confronti. I carabinieri non hanno fatto in tempo a notificargli il divieto di avvicinamento emesso dal gip del tribunale di Vercelli soltanto sabato scorso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino