Quando era stato arrestato insieme al padre a Palermo aveva esclamato: «Ti amo papà». Ora le strade di Salvatore e Sandro Lo Piccolo si sono separate....
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Dopo l’arresto di Bernardo Provenzano, infatti, entrambi avrebbero assunto il controllo dell’organizzazione criminale contendendo la leadership a Matteo Messina Denaro, boss latitante del trapanese. Nonostante la giovane età era già al vertice di alcune branche dell’organizzazione, nel settore dello spaccio di stupefacenti e nel campo delle estorsioni; non è casuale infatti che, al momento dell’uscita dalla Questura di Palermo, abbia guardato la folla e mandato baci con tono polemico e provocatorio. Il boss giunto nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, con tanto di scorta degna di un personaggio di alto spessore criminale, è stato rinchiuso in un’area ristretta, riservata ai mafiosi ritenuti più pericolosi. Per ironia Sandro Lo Piccolo, farà compagnia a quel Gianni Nicchi (figlio di un mafioso condannato all’ergastolo che si è sposato nel carcere aquilano), che aveva avuto l’incarico di uccidere i due Lo Piccolo e di scioglierli nell’acido perché favorevoli al rientro dall’America a Palermo della scomoda famiglia degli Inzerillo. Una volontà omicida che venne fuori nell’ambito di una serie di arresti con intercettazioni telefoniche che indusse lo stesso Sandro a ordinare l’uccisione di Nicchi nel frattempo fuggito a Milano. Chissà se ora i loro sguardi avranno occasione di potersi incrociare.
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Il Gazzettino