Sui cruscotti di tutte le auto delle forze dell'ordine c'è la foto di un sospettato per l'omicidio di Davide Fabbri, il barista di 52 anni ucciso sabato sera a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non è l'unica pista aperta, ma la figura di un 41enne russo che in passato aveva militato nella fanteria del suo Paese e che 'bazzica' nel Ferrarese da una decina di anni, è di certo la più attendibile all'attenzione degli inquirenti che indagano sull'uccisione di Davide Fabbri. Nei suoi confronti pende un mandato d'arresto per rapine commesse in provincia di Ferrara nel 2015, anno in cui uscì dal carcere, ed è quello il provvedimento che gli verrà notificato se verrà rintracciato, non essendoci ancora - da quanto si apprende - elementi sufficienti per fermarlo per l'omicidio del Bolognese. Sempre per le rapine c'è un'udienza preliminare fissata, a luglio. Pare facesse parte, in altri colpi, della banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello, fatto di sangue a cui il 41enne ex fante non partecipò. Nel 2007 fu arrestato per rapine ad agricoltori, minacciati con arco e frecce, nelle campagne tra Rovigo e Ferrara.
Sono intanto attesi per domani i primi risultati dei Ris sulle tracce di sangue trovate all'esterno del bar-tabaccheria di Budrio. È un esito che i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Bologna, che indagano sull'omicidio, considerano importante, prima di tutto per poter escludere che si tratti di sostanza ematica della stessa vittima.
La dinamica. L'assassino era entrato nel bar con il fucile chiedendo di farsi consegnare i soldi della cassa, ma il barista aveva reagito e gli aveva sfilato l'arma, con cui lo ha anche colpito utilizzandola come un bastone, prima di essere freddato con un colpo di pistola al cuore, nel retrobottega. Gli investigatori pensano dunque che l'omicida abbia ferite o tumefazioni, conseguenze della reazione della vittima. Nel bar c'era anche la moglie del barista e due avventori, uno rimasto ferito di striscio da una pallottola. Le indagini dei Carabinieri coordinati dal Pm di Bologna Marco Forte proseguono senza sosta, nella consapevolezza della pericolosità del ricercato. Oltre al fucile, che è ritornato a prendere nel locale subito dopo l'omicidio, ha la pistola rubata alla guardia giurata, che si pensa abbia ancora diversi colpi in canna. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino