MILANO C’è una prima persona indagata a Milano in uno dei numerosi fascicoli aperti nelle ultime settimane dopo denunce, segnalazioni e l’esplosione del...
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CINQUANTA PROVE
L’indagine è appena agli inizi tanto che, dopo il sequestro di un notebook e del telefono della ragazza effettuata ai primi di giugno e l’acquisizione del cellulare della vittima, nei prossimi giorni si terrà un accertamento tecnico irripetibile per appurare il tenore dei messaggi incriminati e se davvero siano stati spediti dalla ragazza. Descritta come una sfida, Blue whale è tutto tranne che un gioco. Chi l’accetta deve compiere una serie di atti sempre più inquietanti e alla fine della partita il giocatore è spinto a uccidersi per vincere. Le cinquanta azioni (una al giorno) fungono in sostanza da «preparazione alla morte», che si concretizza con il gesto ultimo di lanciarsi nel vuoto da un edificio. Queste regole quotidiane sono caratterizzate da autolesionismo - incidersi la pelle o tentare di tagliarsi le vene dei polsi con lamette - e da altre pratiche come guardare film dell’orrore per ventiquattr’ore di seguito o non parlare con nessuno per un giorno intero. Ecco alcune delle folli prove. Giorno due: «Ascoltare musica con video psichedelici e non dormire». Giorno tre: «Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore». E ancora: «Il curatore vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla; alzatevi alle 4.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria». Fino al numero 50: «Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita».
IN RUSSIA 157 SUICIDI
L’ideatore di questo percorso di morte è Philip Budeikin, un giovane di 21 anni, studente di psicologia, recluso in un carcere russo dal 2016, il cui profilo sembra avvicinarsi molto a quello di un serial killer.
Il Gazzettino