È finita in carcere la 31enne Valentina Casa, madre del piccolo di 8 anni ucciso a Cardito (Napoli) il 27 gennaio scorso dal patrigno 24enne Tony Sessoubti Badre, arrestato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Bimbo ucciso a Napoli, lasciato agonizzante per ore sul divano. Il patrigno: «Avevo fumato diversi spinelli»
Per il Gip la donna non solo sarebbe rimasta inerte durante il pestaggio, pur avendo il dovere di intervenire a protezione dei figli, ma invece di chiamare i soccorsi si sarebbe prodigata a cancellare le tracce del reato. Il 24enne - è emerso dalle indagini - avrebbe perso la testa perché i bambini avrebbero rotto la sponda del letto comprato da poco. Ad eseguire il provvedimento stamani sono stati gli uomini della Polizia di Stato (Squadra Mobile di Napoli e Commissariato di Afragola). Già immediatamente dopo la drammatica vicenda, la Procura di Napoli Nord aveva svolto accertamenti sulla donna, non credendo alla versione che lei aveva fornito inizialmente.
Agli inquirenti la 31enne aveva infatti detto di essere rimasta in una sorta di blocco psico-fisico che le aveva impedito di fermare il compagno che pestava i figli; dopo il fatto Valentina si era rifugiata dai parenti a Massa Lubrense, comune della penisola sorrentina di cui è originaria.
Gli inquirenti sono andati poi oltre, scoprendo, grazie alla testimonianze di parenti e conoscenti e degli insegnanti della scuola frequentata dal piccolo e dalla sorella, le violenze e i maltrattamenti subiti ad opera dei genitori dai due bambini. Spesso sul volto dei piccoli sono stati notati, anche a scuola, ecchimosi e varie contusioni; è inoltre emerso che i due bimbi erano abbandonati a sé stessi dalla madre e dal compagno e non potevano giocare con i coetanei nel cortile di casa. Il fatto, lo scorso 27 gennaio, sconvolse la comunità di Cardito e l'opinione pubblica. Badre e la moglie, dopo il pestaggio mortale, affermarono anche di aver sottovalutato la portata delle ferite inferte ai bimbi, e di essersi recati in farmacia a comprare una pomata per curare le lesioni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino