Bambino morto alle terme di Cretone, il bagnino: «I gestori volevano svuotare in fretta le vasche per non pagarci gli straordinari»

La tragedia del piccolo Stephan: «Annegato per la piscina senza grata»

Bambino morto alle terme di Cretone, il bagnino: «I gestori volevano svuotare in fretta le vasche per non pagarci gli straordinari»
È morto annegato il piccolo Stephan, risucchiato dal bocchettone di scarico di una delle tre piscine del complesso delle Terme di Cretone a Palombara Sabina....

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È morto annegato il piccolo Stephan, risucchiato dal bocchettone di scarico di una delle tre piscine del complesso delle Terme di Cretone a Palombara Sabina. L'autopsia, eseguita ieri all'Istituto di medicina legale della Sapienza, come disposto dalla procura di Tivoli, ha confermato. Mentre le fratture sul piccolo corpo sarebbero successive al decesso che sarebbe avvenuto in pochi secondi. Il bimbo, dopo i vani tentativi di salvataggio da parte del papà e di diverse persone che si sono immediatamente tuffate, cercando di sottrarlo al vortice, è stato recuperato dai sommozzatori del nucleo di Roma dei vigili del Fuoco dopo una complessa attività durata circa due ore.

LA DIFESA

Intanto si è difeso il bagnino diciottenne finito tra gli indagati insieme ad altre tre persone, sostenendo che i gestori della struttura facevano pressioni per evitare di pagare gli straordinari e accelerare lo svuotamento delle vasche e, soprattutto di non aver mai visto la griglia che avrebbe salvato la vita del bambino.

 

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Nella struttura, attualmente sottoposta a sequestro, verrà svolto nei prossimi giorni un altro sopralluogo dei carabinieri della compagnia di Monterotondo e degli ispettori della Asl, ai quali sono state delegate le indagini, per verificare se la griglia, che avrebbe dovuto essere posizionata a protezione del bocchettone d'ingresso nello scarico, fosse stata rimossa per velocizzare il deflusso dell'acqua per lo svuotamento della vasca.

GLI INDAGATI

I quattro indagati, sono i due amministratori della società che gestisce la struttura, uno dei quali è anche responsabile della sicurezza del centro termale e due bagnini.

 


Uno di loro ha solo 18 anni e lo scorso 17 agosto era tra le persone che si sono tuffate in acqua nel tentativo di salvare il piccolo Stephan. Era stato lui ad azionare il sistema di svuotamento che si trova sotto le vasche. Difeso dall'avvocato Alessandro Palombi, ha ricostruito davanti ai carabinieri la dinamica dei fatti. Una versione che presto ripeterà davanti al pm. «Quando ho avuto l'ok per azionare lo svuotamento in piscina non c'era nessuno. Tutte le persone erano al bar e comunque fuori dai cordoni di protezione». Ma il giovanissimo bagnino ha anche spiegato che la struttura non voleva pagare gli straordinari. Ma soprattutto, ha aggiunto, che griglia di protezione non l'ha mai vista. «Probabilmente per velocizzare i tempi la griglia di protezione non veniva usata. Avrebbe, ovviamente, rallentato lo svuotamento. E invece entro le 20 bisognava chiudere, perché non venivano pagati straordinari».


Intanto gli inquirenti continuano a sentire testimoni, anche per stabilire se il piccolo si sia tuffato in acqua o se sia scivolato. E, soprattutto, se davvero ci sia stato un momento in cui la piscina era vuota.
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Il Gazzettino