Bersani: «Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare un governo è tutto un altro film»

Bersani: «Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare un governo è tutto un altro film»
«Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare una alleanza di governo è tutto un altro film». Lo ha ribadito Pier Luigi Bersani, uno dei leader di Liberi e...

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«Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare una alleanza di governo è tutto un altro film». Lo ha ribadito Pier Luigi Bersani, uno dei leader di Liberi e Uguali, a Radio Capital. «È chiaro che se Di Maio viene a dirmi: vado fuori dall'euro, sull'antifascismo balbetto, sugli immigrati sto un po con la destra, sul fisco viva la mamma... io gli dico ciao», ha concluso Bersani.


Berlusconi e Renzi hanno ancora in testa un inciucio, come dice D'Alema. «Se seguo le tracce - ha sottolineato Bersani - non ho dubbi su questo. Dopo l'uscita di Berlusconi dal Parlamento ci sono stati accordi sull'Italicum, chiacchiere e annusamenti sotterranei così come avvenuto anche su questa legge elettorale. Ma è chiaro che per via dei numeri e delle situazioni c'è anche scarsa fattibilità». 

La grande coalizione in Germania è una prospettiva che non piace, rapportandola alla situazione italiana. Bersani osserva che «tutti tirano un sospiro di sollievo. Io sono meno propenso a questo sollievo perche Spd e Merkel hanno perso assieme 100 deputati nonostante i risultati sulla disoccupazione e la crescita. C'è - ha aggiunto - una governabilità tecnica di superficie ma poi ce ne è una piu profonda. Ma se la sinistra non interpreta questo disagio lo fa la destra. Si rischia di rinserrarsi in un cittadella dove fuori monta il rancore».

«Invece di bonus e sgravi» sul lavoro, «dobbiamo fare investimenti. Il lavoro lo fai solo con gli investimenti e un lavoro decoroso lo fai solo abbattendo la precarietà, se vuoi ridurre le diseguaglianze», ha quindi sostenuto l'esponente di Leu. «Non si può chiamare posto di lavoro un'occupazione statistica che consente di dire che è occupato uno che lavora un'ora in una settimana o una settimana in sei mesi», ha proseguito, spiegando che il milione di posti di lavoro in più «è un inganno che fa male al sistema».


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Il Gazzettino