Berlusconi: "Alfano attaccato alla poltrona, le tv contro di me. Non lascio il Milan" -Foto

Silvio berlusconi da Fazio
ROMA - Dopo un lungo periodo di assenza Silvio Berlusconi torna in tv. Sono lontani i tempi della riuscitissima ospitata da Santoro, alla vigilia delle ultime elezioni politiche....

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ROMA - Dopo un lungo periodo di assenza Silvio Berlusconi torna in tv. Sono lontani i tempi della riuscitissima ospitata da Santoro, alla vigilia delle ultime elezioni politiche. Il Cavaliere che siede per la prima volta nello studio di Fabio Fazio a Che tempo che fa è alle prese con un partito debole, dilaniato da lotte intestine. Niente barzellette o aneddoti divertenti, solo una bacchettata al conduttore per quella «barba grigia che andrebbe tagliata».




In tv Berlusconi va per spiegare la sua «crociata di libertà» diretta a realizzare «non un partito», ma una «grande coalizione di tutti i moderati d'Italia», una sorta di «comitato elettorale». Il problema è che lui, per «ostacoli giudiziari e anagrafici» non potrà fare il leader, ma al massimo «dare una spinta» e che un «erede ancora non si è fatto vivo».

Senza grosso mordente, il Cav attacca Renzi che ottiene consenso perché «fa 6 ore a settimana di tv» e che «ha fatto tante cose che non hanno influito sul benessere degli italiani». Più duro con gli ex delfini, da Fini ad Alfano fino a Fitto, «professionisti della politica» che agiscono solo «per loro tornaconto, ma sono destinati a finire nel nulla». Per il ministro dell'Interno, anzi la critica raddoppia: «Diciamo che è attaccato alla poltrona con un forte affetto».



Matteo Salvini dice che se la Lega risulterà la seconda forza politica dopo il Pd alle regionali della prossima settimana «si candiderà alla guida di questo paese». Per Berlusconi invece, anche la crescita del consenso del leader del Carroccio va imputata alla forte presenza in televisione, ma neanche Salvini è l'erede giusto per guidare i moderati. C'è il tempo per rivendicare di aver avuto un ruolo decisivo nella «decadenza di Grillo, un pericolo scampato poiché in Parlamento i suoi non contano nulla». Un sorriso più rilassato arriva solo quando si parla di calcio. Il Cav sottolinea di «non voler lasciare il Milan» ma di esser alla ricerca di «qualcuno che condivida con me i finanziamenti per farlo tornare protagonista». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino