Arrestato Bellomo, l'ex giudice che imponeva la minigonna alle borsiste: minacciò Conte

Arrestato Bellomo, l'ex giudice che imponeva la minigonna alle borsiste: minacciò Conte
Arresti domiciliari per Francesco Bellomo, ex giudice barese del Consiglio di Stato, docente e direttore scientifico dei corsi post-universitari per la preparazione al concorso in...

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Arresti domiciliari per Francesco Bellomo, ex giudice barese del Consiglio di Stato, docente e direttore scientifico dei corsi post-universitari per la preparazione al concorso in magistratura della Scuola di Formazione Giuridica. Bellomo risponde dei reati di maltrattamento nei confronti di 4 donne, tre borsiste e una ricercatrice, alle quali aveva imposto anche un dress code, ed estorsione aggravata ai danni di un'altra corsista.


Caso Bellomo, il giudice si difende: «Mai approfittato delle mie allieve»

I fatti contestati risalgono agli anni 2011-2018. L'arresto è stato disposto dal gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna. Il reato di maltrattamenti sarebbe stato commesso da Bellomo nei confronti di donne con le quali aveva avuto una relazione sentimentale, in concorso con l'ex pm di Rovigo Davide Nalin, coordinatore delle borsiste.

Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi e dal sostituto Iolanda Daniela Chimienti, Bellomo, con «l'artifizio delle borse di studio offerte dalla società» che consentivano tra le altre cose la frequenza gratuita al corso e assistenza didattica individuale, «per selezionare ed avvicinare le allieve nei confronti delle quali nutriva interesse, anche al fine di esercitare nei loro confronti un potere di controllo personale e sessuale» si legge nell'imputazione, avrebbe fatto sottoscrivere un «contratto/regolamento» che disciplinava i «doveri», il «codice di condotta» ed il «dress code» del borsista.



A selezionare le donne tramite colloquio, sottoponendole al «test del fidanzato sfigato» sarebbe stato l'ex pm Nalin, incaricato anche di vigilare sul rispetto degli obblighi contrattuali, svolgere istruttorie in caso di violazioni e proporre sanzioni. La presunta estorsione sarebbe stata commessa nei confronti di un'altra corsista, costretta a rinunciare ad un lavoro da co-presentatrice in una emittente televisiva «in quanto incompatibile con l'immagine di aspirante magistrato» e «minacciando di revocarle la borsa di studio».
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Il Gazzettino