Il giallo Beatrice di Maio, Primula Rossa dei social M5S

Il giallo Beatrice di Maio, Primula Rossa dei social M5S
Per il M5S è complottismo. Tra i parlamentari c'è chi ride: «È la trama del nuovo film di Snowden?». Ma c'è pure chi non ride e si...

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Per il M5S è complottismo. Tra i parlamentari c'è chi ride: «È la trama del nuovo film di Snowden?». Ma c'è pure chi non ride e si chiama fuori: «Non rilascio dichiarazioni su questo». La questione è l'account twitter Beatrice Di Maio. Chi è? «È una persona che scrive su Twitter precisa il blog di Beppe Grillo - E se scrive qualcosa di diffamatorio ne risponderà davanti alla legge». E infatti i carabinieri di Firenze a cui è stata inoltrata una querela per diffamazione dal sottosegretario Luca Lotti dovranno accertare chi si cela dietro quel profilo social che il 7 aprile scorso dava dei mafiosi a importanti esponenti di governo ritratti in quattro foto.


Il blog di Grillo parla di una strategia comunicativa in vigore solo per gli account «ufficiali, verificati e non anonimi del M5S». Nella bufera non è finito solo l'account della Di Maio ma anche altri a cui è stato chiesto di palesarsi. Lo ha fatto, con un autoscatto in cui campeggia un dito medio in primo piano «dedicato a chi crede sia un algoritmo», solo Marione, nome d'arte di un vignettista satirico vicino alle posizioni pentastellate. Beatrice Di Maio si appella al diritto di satira e a chi le chiedeva di rispondere alle accuse di cyber propaganda ha scritto: «Sono una libera pensatrice. Non sono collegata a nessuno». Il M5S ora potrebbe anche aiutare Beatrice Di Maio.

Dal 2011 esiste per gli utenti iscritti al blog un'area di aiuto per i blogger querelati con gli studi legali cui rivolgersi e l'elenco delle cause in corso contro le pubblicazioni in rete. Contro il teorema della cyber propaganda sono scesi in campo anche i capigruppo M5S: «Troviamo ridicolo che il sottosegretario Lotti e il principale partito di maggioranza dedichino tempo a vere e proprie stupidaggini, che nulla hanno a che vedere con M5S». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino