Battisti ora punta ai benefici di legge e pensa anche a collaborare

La prima battaglia riguarderà il cosiddetto ergastolo ostativo, quello che impedisce, ai condannati per mafia e terrorismo al carcere a vita, di accedere a qualunque...

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La prima battaglia riguarderà il cosiddetto ergastolo ostativo, quello che impedisce, ai condannati per mafia e terrorismo al carcere a vita, di accedere a qualunque beneficio previsto dall'ordinamento penitenziario. Come l'assegnazione al lavoro esterno, l'affidamento in prova e le misure alternative alla detenzione. Ed è probabile che, per una questione di diritto, il nuovo avvocato di Cesare Battisti, Davide Steccanella, la spunti, trasformando il suo cliente in un normale condannato all'ergastolo.


Di certo i benefici, per l'ex Pac, non arriverebbero prima di sia trascorsa una decina di anni. Poi il legale, con buone probabilità di successo, tenterà di ottenere che nal calcolo della pena di Battisti, condannato all'ergastolo per quattro omicidi, vengano computati i circa sette anni di carcere già scontati. E infine, è probabile che, proprio per accedere ai benefici, previsti dalla legge, Battisti punti al ravvedimento e a una sorta di collaborazione, per quanto i processi e le inchieste su quegli anni siano conclusi da tempo con condanne definitive e non ci siano più indagini in corso.

I BENEFICI
Il regime dell'ergastolo ostativo sarà la prima questione sollevata da Steccanella, già legale di Renato Vallanzasca e in prima linea nelle battaglie per i diritti civili e dei detenuti. La questione non è di poco conto: la riforma dell'ordinamento penitenziario, che prevede un inasprimento nell'esecuzione della pena per i condannati all'ergastolo per reati di mafia e terrorismo, è entrata in vigore nel 91, mentre gli omicidi, per i quali Battisti deve scontare il carcere a vita, sono stati commessi tra il 78 e il 79. Si tratta di una norma di diritto sostanziale, sosterrà il legale, perché incide sulla pena e comporta un inasprimento della condanna. Ma è intervenuta successivamente ai fatti contestati, dunque non può essere retroattiva, in quanto sfavorevole al reo. Ossia peggiorativa.

Una questione giuridica che riguarda il confine tra diritto sostanziale e quello processuale, che di certo aprirà il dibattito, ma sulla quale gli esperti della materia hanno pochi dubbi. Tra una decina di anni, dunque, Battisti, come altri detenuti, potrebbe accedere ai benefici di legge previsti dall'ordinamento penitenziario. Battisti dagli anni Ottanta ha scontato circa sette anni di detenzione ed è probabile che il suo legale, adesso, cerchi di ottenere che il tempo trascorso tra carcere e semilibertà, tra Italia, Francia e Brasile, venga computato.

LA COLLABORAZIONE
Ma una delle condizioni necessarie affinché Battisti ottenga i benefici di legge, dopo alcuni anni di carcere, è di certo mostrare una forma di ravvedimento e avviare una collaborazione con la giustizia. Dopo quasi 38 anni di latitanza, non sarà un passaggio semplice, tanto più che l'ex terrorista ha sempre negato di avere compiuto i delitti per i quali è stato condannato. Ma le condizioni psicologiche descritte dagli uomini che lo hanno arrestato, lo stato di prostrazione potrebbero e la mancanza assoluta di alternative potrebbero portarlo a un'inversione di rotta. Battisti potrebbe decidere di collaborare, anche se Pietro Forno, all'epoca dei fatti giudice istruttore delle inchieste sui Pac, sostiene che la vicenda processuale sia conclusa e una collaborazione non aggiungerebbe nulla alla ricostruzione dei fatti.

Ma per l'ordinamento penitenziario una collaborazione cambierebbe anche il tipo di trattamento riservato al detenuto. L'articolo 4bis, quello relativo all'ergastolo ostativo, prevede che i permessi premio e l'assegnazione al lavoro esterno possano essere concessi ai detenuti purché siano stati acquisiti elementi tali da escludere l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva e anche nei casi che l'integrale accertamento dei fatti e delle responsabilità, operato con sentenza irrevocabile, renda comunque impossibile un'utile collaborazione con la giustizia.

IL RISARCIMENTO

Tutte le istanze, in ogni caso, dovranno essere valutate dal tribunale di Sorveglianza. E anche il comitato per l'Ordine e la sicurezza di Oristano, dove Battisti è detenuto, dovrà pronunciarsi. Resta un nodo: il risarcimento alle famiglie. Battisti non ha mai pagato neppure economicamente il conto con i parenti delle vittime. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino