Salvini e Di Maio: «Azzerare i vertici di Bankitalia. Risparmiatori traditi»

Un'arena di 1.200 risparmiatori "truffat" dalle banche e l'occasione irripetibile: far domande e mettere pressione sui risarcimenti a Matteo Salvini e Luigi di...

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Un'arena di 1.200 risparmiatori "truffat" dalle banche e l'occasione irripetibile: far domande e mettere pressione sui risarcimenti a Matteo Salvini e Luigi di Maio, i due vicepremier del governo gialloverde. È stata la giornata più lunga per i comitati e le associazioni degli ex soci e correntisti delle due popolari, Vicenza e Veneto Banca, liquidate, e salvate da Intesa SanPaolo, che però aspettano di rivedere i soldi persi. Una partita non facile, perché il Fondo di indennizzo da 1,5 miliardi così come uscito dalla legge di bilancio potrebbe non rispettare la normativa comunitaria in materia. Il palazzetto del Centro Sportivo Palladio traboccava di gente, e molti non hanno potuto accedere alla sala per ragioni di sicurezza. Non solo.


Alcuni dei comitati di ex soci delle banche finite in default (sono 17 le associazioni che si erano ritrovate a Vicenza a dicembre) non hanno aderito all'iniziativa promossa dal coordinamento «Noi che credevamo in BpVi e Veneto Banca», e dall'associazione «Don Torta». Così, tra gli applausi, si sono sentiti anche fischi e voci di protesta di alcuni contestatori all'arrivo dei due vicepremier. «I decreti attuativi dovere fare! E in fretta» ha urlato qualcuno. Poi, in un palazzetto diventato "arena" è iniziato il fuoco di fila di domande e risposte. Quasi un talk show con Salvini, Di Maio e il governatore veneto Luca Zaia, e il portavoce degli organizzatori, Luigi Ugone, microfono in mano a raccogliere proteste, ricordare che ci sono stati dei suicidi, chiedere conferme sulla linea del Governo rispetto a Bruxelles.

Salvini e Di Maio hanno presentato ticket compatto, senza distinguo. «Sento dire che questa cosa del fondo per i risparmiatori all'Europa non andrebbe bene. Se all'Europa va bene, d'accordo, se all'Europa non va bene, per noi va bene lo stesso» ha attaccato il responsabile del Viminale. «Noi abbiamo messo nella legge di bilancio i soldi a fine anno - ha aggiunto Di Maio - siamo al 9 febbraio, questa è la settimana in cui si scrivono i decreti e si erogano i soldi». «Sappiamo - ha proseguito il leader 5Stelle - che ci sono resistenze dell'Unione europea: ce ne faremo una ragione. Questa gente ha diritto ai suoi soldi».


Di Maio ha quindi rincarato la dose sull'Ue: «le lettere della Commissione dicono che dobbiamo preferire delle regole che, guarda caso, favoriscono sempre i più forti. Come abbiamo detto prima con Matteo, ce ne freghiamo altamente». Salvini ha voluto rimarcare il 'cambio di passò rispetto agli esecutivi precedenti. «Siam qua da otto mesi - ha detto -, c'erano a bilancio 150 milioni, adesso c'è un miliardo e mezzo. Vedremo di far veloce. Noi saremo i cani di guardia di questa situazione». Infine l'invito a fidarsi del Governo: «noi contiamo su di voi, e voi, con tutti i nostri limiti e difetti, contate su di noi».
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Il Gazzettino