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«Francesco stava annegando ma la sua tata non poteva vederlo perché forse si era recata al bar e stava parlando al telefono». È questa l’ipotesi ora al vaglio degli inquirenti, che dopo aver raccolto numerose testimonianze, e ascoltato il racconto a caldo di alcuni bagnanti, stanno indagando sulla tragedia avvenuta martedì scorso, presso lo stabilimento la Nuova Oasi del Lungomare Pyrgi di Santa Severa. Anche se la donna nega: «Ero al telefono, ma non mi sono allontanata dall’ombrellone».
Erano da poco trascorse le 14 quando il bambino romano di due anni e mezzo, ha perso la vita, annegando a pochi metri dalla riva. E quanto emerge dall’inchiesta che già vede due persone iscritte nel registro degli indagati: oltre alla babysitter che assisteva il piccolo, anche il bagnino dello stabilimento. «C’era parecchia gente in acqua – avrebbe detto nell’interrogatorio - e stavo controllando altri bagnanti in situazioni che potevano potenzialmente essere più pericolose. Non ho visto subito il bambino entrare in acqua».
L’INTERROGATORIO
L’assistente bagnanti avrebbe ammesso, così come ha fatto la tata, di non essersi accorto subito di cosa stava succedendo, giustificando così questa sua distrazione.
Proprio l’interrogatorio di babysitter e bagnino, inizialmente ascoltati a sommarie informazioni, a un certo punto è stato interrotto dagli inquirenti, perché erano emersi elementi che lasciavano intuire una possibile responsabilità sia della cinquantenne che doveva badare al bambino, che del bagnino. Tra i capi di imputazione, al momento ipotizzati, quello dell’abbandono di minore e il più grave omicidio colposo. Intanto, forse già oggi, o al massimo nella giornata di domani, verrà svolta l’autopsia sul corpo del piccolo Francesco, presso l’istituto di medicina legale del Verano. Tra i punti che restano da chiarire, se Francesco abbia accusato un malore che lo ha portato a perdere conoscenza e a cadere in acqua e, soprattutto, possibile che nessuno si sia accorto di nulla.
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