Bagnini introvabili, allarme per l'estate: «Nessuno vuole più farlo, neanche a duemila euro al mese»

Dagli stabilimenti sale la preoccupazione per la prossima estate. Ma per i giovani la flessibilità conta più dello stipendio

Bagnini introvabili, allarme per l'estate: «Nessuno vuole più farlo, neanche a duemila euro al mese»
L'estate 2022 aveva visto tante lamentele da parte di chi cerca lavoratori stagionali nei luoghi più turistici: bar, ristoranti, lidi sulla spiaggia vedevano sempre...

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L'estate 2022 aveva visto tante lamentele da parte di chi cerca lavoratori stagionali nei luoghi più turistici: bar, ristoranti, lidi sulla spiaggia vedevano sempre più proprietari lamentare difficoltà nel reperire manodopera. E anche quest'anno l'antifona sembra la stessa, specie per quanto riguarda i bagnini, argomento per cui dagli stabilimenti partono le prime avvisaglie di carenza di personale.

 

Bagnini introvabili: anche a duemila euro al mese

Ma qual è il motivo? La prima idea che verrebbe in mente a chiunque è lo stipendio, magari troppo basso per convincere i giovani a rinunciare al divertimento estivo e alle vacanze al mare, per lavorare sotto il sole cocente. Ma secondo Stefano Battistoni, titolare di uno stabilimento a Cesenatico e alla guida di una cooperativa che offre il servizio di salvataggio, non è così: «I nostri bagnini o meglio i salvataggi in possesso del brevetto lavorano in cooperativa su più lidi con stipendi che vanno da 1.800 euro netti al mese per chi è alle prime armi a 3mila per i senior. Ma è comunque difficile trovare persone disposte a lavorare», afferma, stando a quanto racconta il Corriere della Sera.

Secondo il Contratto collettivo nazionale del Turismo lo stipendio base parte da 1.200 euro per un quarto livello per poi salire con l’inquadramento: vanno poi calcolati gli straordinari pagati il 30% in più ed eventuali accordi di secondo livello. «I nostri bagnini lavorano su 40 ore ordinarie con fino a 8 ore di straordinari. E il giorno di riposo è un obbligo di legge», aggiunge Battistoni. I candidati devono poi formarsi con corsi trimestrali, ma il problema è proprio che mancano i candidati. «Non è lo stipendio il problema perché parlo con i ragazzi: a maggio scorso uno ha lasciato perché non voleva pulire la spiaggia, mi ha colpito perché prendeva circa 2 mila euro al mese. La motivazione? Non voleva svolgere una mansione considerata umile».



Marta Marzioli, titolare invece di uno stabilimento a Tarquinia, sostiene invece che i ragazzi oggi preferiscono la flessibilità allo stipendio alto: «Per coprire una giornata di servizio in torretta ho dovuto assumere due ragazzi part-time. Non volevano tutti i pomeriggi occupati». «La grossa differenza rispetto alle generazioni precedenti, come la mia, è che questi ragazzi non vivono il lavoro stagionale come una necessità. Non hanno quella fame che avevamo noi. Anche per le condizioni più agiate delle famiglie di provenienza», rincara la dose Giovanni Zavalloni, 65 anni di cui 49 alle spalle a Cesenatico. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino