È stato il padre adottivo a scoprire le chat sul social network, conversazioni su Facebook con un profilo misterioso che erano inequivocabili. La figlia, una ragazzina...
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L'uomo, disperato, si è così rivolto ai carabinieri che, coordinati dal pool fasce deboli della Procura di Palermo, hanno iniziato una lunga indagine che ha portato all'arresto di un professore di 47 anni. Secondo quanto accertato dai militari, era proprio il docente che aveva creato un account falso con il quale intratteneva lunghe conversazioni con la giovane. Prima lunghi dialoghi in cui l'adolescente contestava i genitori e il professore la consolava e cercava di esserle amico.
Con il passare del tempo il rapporto è diventato più stretto. Abbracci, baci e palpeggiamenti anche a scuola, come sostengono gli investigatori. Il docente ha negato tutto e ha presentato una denuncia ai carabinieri affermando che quel profilo era stato hackerato e che non era lui a chattare con la studentessa. Un tentativo per evitare l'indagine. I carabinieri però hanno trovato conversazioni anche sul telefonino della ragazza e dello stesso professore. E hanno sentito in un luogo protetto la minore, che ha confermato la storia d'amore.
Alla fine ha ceduto anche l'insegnante. Davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia il professore avrebbe ammesso la relazione. Ha detto che era una storia d'amore, che la ragazza era consenziente e che non c'è stata nessuna violenza. Per gli inquirenti la circostanza che la giovane fosse adottata rappresenta un'aggravante: le avances del professore, infatti, avrebbero fatto breccia nella fragile personalità della ragazza. Adesso il professore è ai domiciliari.
Il Gazzettino