AVELLINO - È il giallo di via Derna ad Avellino. Un’anziana malata di Alzheimer chiusa in una stanza della propria abitazione, la bandante, una donna di mezza età, di origini...
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È la scena davanti alla quale si sono trovati i conoscenti dell’anziana giovedì mattina quando sono arrivati nell’abitazione dell’anziana donna. Nel soggiorno la badante riversa nel sangue, nella camera accanto ’anziana, per fortuna in buone condizioni.
Decine di persone hanno assistito alla scena richiamate dall’arrivo dell’ambulanza nel quartiere popolare della città. La donna anziana è molto conosciuta in zona e i vicini di casa sapevano della sua malattia. La badante era da tempo presso di lei e i residenti si erano abituati alla sua presenza: svolgeva le attività consuete, l’acquisto dei prodotti alimentari giornalieri, la preparazione dei pasti, di interessava le incombenze con medici e ricette per le cure necessarie alla sua assistita. Poi la periodica visita dei familiari della donna che era stata affidata alle sue cure.
Un tran-tran quotidiano che è stato rotto dalla drammatica scoperta dell’altra mattina. La donna straniera nela mattina dl suo giorno di libertà, ai soccorritori è apparsa priva di ferite; probabilmente il sangue era relativo ad un’emorragia interna causata da motivi naturali, come poi è stato riferito alle squadre della Volante che si sono recate sul posto. E proprio le cause naturali del decesso non hanno richiesto nessun accertamento successivo al rinvenimento del cadavere.
La persona interessata all’emorragia, avvenuta in zona inguinale, in sostanza, confermerebbe l’ipotesi di un malore. Le buone condizioni dell’anziana, che tuttavia si trovava in una stanza diversa e apparentemente chiusa da una porta con una chiave, non hanno fatto ritenere valutabili altre eventualità.
La badante nella notte, assicuratasi che la sua assistita fosse addormentata, avrà forse ecceduto con l’alcol acutizzando una sua eventuale patologia. Non è invece chiaro se nella serata precedente alla morte della donna qualche estraneo possa essere entrato nell’abitazione, se la vigilia del giorno di libertà abbia indotto la donna a rilassarsi. Di qui la presenza delle bottiglie di superalcolici in casa. I familiari dell’anziana donna, sollevati dalla constatazione delle buone condizioni generali della sua assistita, non hanno sporto denuncia sull’accaduto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino