Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato una nuova riunione del tavolo di governo sull'Autonomia per il prossimo venerdì 19 luglio alle 13. Lo si...
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Ira di Salvini: pugnalato da Conte. E i suoi: rischio governo M5S-Pd
Autonomia, per Conte le camere potranno emendare il testo
Matteo Salvini non potrà essere «evasivo» ancora a lungo: con il passare dei giorni alimenterà l'impressione di avere qualcosa da nascondere. Tra le fila del M5s è questa la convinzione diffusa: che il vicepremier la prossima settimana sarà in Aula, magari al Senato, a rispondere alle domande delle opposizioni sulla vicenda Savoini. Il ministro dell'Interno, in pubblico come in privato, continua a ripetere di non avere nulla da dire su quelle che i leghisti bollano come «fantasie»: «Una grande bufala - dice un dirigente - tirata fuori adesso per mettere in difficoltà Matteo e il governo. Ma il M5s sbaglia a cavalcarla: non paga. Magari poi Salvini si rompe le balle e viene in Aula a rispondere per le rime, ma non ci sono soldi o petrolio: su che deve riferire?».
Ma il vicepremier per ora sceglie la trincea. Tutti innocenti «fino a prova contraria», è la linea. Salvini, dopo averne preso le distanze, difende anche Gianluca Savoini («Un ladro di polli cui piace fare il figo», dicono i leghisti) e il suo consulente Claudio D'Amico. Si rincorrono voci di dimissioni di D'Amico dall'incarico a Palazzo Chigi ma l'ex deputato tace e le voci non trovano riscontro. Si attende, spiega un leghista, di capire cosa emergerà dall'inchiesta dei magistrati di Milano. Ma intanto la linea, tutta politica, è la trincea difensiva. Giuseppe Conte, nel chiedere a Salvini di andare a riferire, tira in ballo gli «interessi nazionali», oltre al «dovere di trasparenza». Non possono esserci ombre nei legami tra la Lega e Mosca perché - traduce un sottosegretario M5s - quelle ombre rischierebbero di proiettarsi sulle relazioni diplomatiche italiane. Il premier e il vicepremier non si sono ancora parlati: Conte avrebbe cercato al telefono Salvini sabato, ma il telefono ha squillato a vuoto, e così ha chiesto ai suoi collaboratori di informarlo della nota con cui avrebbe rivelato che era stato D'Amico a invitare Savoini alla cena con Putin. Il ministro dell'Interno, dicono fonti a lui vicine, è tranquillo: nessun problema con Conte o Di Maio.
Tra i leghisti c'è chi si dice stupito che anche il premier attacchi, in un momento di difficoltà.
Il Gazzettino