Autista di scuolabus molesta una bimba di 9 anni: a processo un 61enne di Roma

L’incubo per la piccola è durato 4 anni. L’accusa è violenza sessuale aggravata

Roma, autista di scuolabus molesta una bimba di 9 anni: a processo un 61enne
I genitori gli avevano dato fiducia. A.L., autista di uno pulmino per studenti, avrebbe dovuto portare tutte le mattine la bimba a scuola, per poi riaccompagnarla a casa il...

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I genitori gli avevano dato fiducia. A.L., autista di uno pulmino per studenti, avrebbe dovuto portare tutte le mattine la bimba a scuola, per poi riaccompagnarla a casa il pomeriggio. Invece per quattro anni non si sarebbe limitato a guidare, anzi, avrebbe fatto precipitare la piccola in un incubo. Secondo la Procura di Roma, l’uomo ha abusato di lei «costringendola a subire palpeggiamenti delle gambe, del seno e delle parti intime», da quando aveva 9 anni. Adesso il conducente dello scuolabus è a processo, accusato di violenza sessuale aggravata perché commessa nei confronti di una minorenne e nelle immediate vicinanze di un istituto di istruzione. 

I FATTI

Secondo la denuncia presentata dalla famiglia (che poi però non si è costituita parte civile nel processo), tutto sarebbe iniziato alla fine del 2013. I genitori avevano scelto di far frequentare alla figlia un istituto privato, la “Scuola Svizzera di Roma”, che accoglie bambini e ragazzi di tutte le età, dall’asilo, fino ad arrivare ai più grandi che scelgono studiare al liceo elvetico. La scuola (estranea all’indagine) mette tutt’ora a disposizione dei familiari un servizio esterno di trasporto, pensato per quei genitori che non riescono ad accompagnare personalmente i figli in aula, spesso perché impegnati per lavoro. La madre e il padre della vittima avevano deciso di affidarsi proprio a questa possibilità. A.L., che oggi ha 61 anni, nel 2013 era uno degli autisti. Con il suo van eseguiva sempre il solito giro: la mattina poco prima delle 7 faceva salire i primi ragazzini in zona Grottarossa, passava in altri quartieri della periferia nord della Capitale, fino ad arrivare alla sede dell’istituto. Il pomeriggio invece seguiva lo stesso percorso, ma al contrario, per riportare a casa i ragazzi. Intorno alle 17 gli ultimi bambini scendevano dal pulmino, come raccontato al processo anche dalla madre di un altro piccolo studente, che saliva su quel pullman, chiamata a testimoniare da Piergiuseppe Di Virgilio, l’avvocato difensore dell’imputato. 

LE VIOLENZE

È durante uno di quei viaggi che si sarebbero consumate le violenze, le prime quando la bambina aveva appena 9 anni. «Abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della bambina», si legge nel capo d’imputazione, l’autista in un primo momento si sarebbe lasciato andare a palpeggiamenti limitati alle gambe, ma che col tempo avrebbero avuto una progressiva escalation: le mani veloci dell’imputato sarebbero arrivate a toccare anche il seno e altre parti intime della piccola, «ponendo in alcune occasioni la mano della minore sui propri genitali», come scritto nelle carte in mano all’accusa. Ma nonostante tutto, ogni mattina l’autista continua a presentarsi alla porta di casa della famiglia e la piccola continua a salire su quel pulmino per andare a scuola, senza raccontare niente a nessuno. 

LA DENUNCIA

«All’inizio non capivo - ha spiegato la ragazzina ai giudici - non davo peso a questi atteggiamenti». Passano le settimane e l’incubo continua fino a che i mesi diventano anni, perché le violenze sarebbero andate avanti fino al 22 novembre del 2017, momento in cui la bambina (compiuti 13 anni) ha capito cosa le stesse accadendo. A quel punto la vittima ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai genitori. «C’è stato un momento in cui il mio corpo ha iniziato a cambiare e quel contatto fisico ha iniziato a darmi sempre più fastidio - ha raccontato la ragazza in Tribunale - E poi ho iniziato a capire cosa mi stava capitando anche grazie a ciò che vedevo intorno a me. Penso ad alcuni programmi televisivi, in cui vengono raccontate storie come quella che ho vissuto io. Ad esempio, mi riferisco alla serie tv americana “Criminal Minds” o anche a “Le Iene”.

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Il Gazzettino