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L’accelerazione della campagna vaccinale non c’è, anzi ogni giorno trova nuovi ostacoli. Le dosi attese ieri da AstraZeneca sono state tagliate del 15 per cento. La multinazionale aveva comunicato la consegna di 566 mila fiale, ne sono arrivate solo 506 mila. Attacca il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Basta con i tagli, ora intervenga Draghi». E ora aleggia il sospetto che ciò che non passa dal canale ufficiale finisca in quelli paralleli, con i broker che stanno offrendo alle Regioni dosi di vaccini anche di AstraZeneca. A peggiorare la situazione l’incertezza sulle forniture di Moderna. Nell’immediato, il Lazio deve registrare una riduzione di 9.000 dosi di AstraZeneca, per fare un esempio. Alla fine proprio Pfizer-BioNTech, che all’inizio della campagna vaccinale aveva causato dure reazioni dell’Unione europea perché non aveva inviato le fiale promesse, sta invece garantendo un ritmo regolare di spedizione, con circa mezzo milioni di dosi alla settimana.
DELUSIONE
Resta comunque uno scenario deludente: anche rispetto al quantitativo minimale previsto per febbraio (1,2 milioni di dosi settimanali sommando i tre vaccini autorizzati) c’è una flessione che fa scendere sotto il milione le consegne. Di questo passo, con questa irregolarità delle forniture, la speranza di vaccinare prima dell’estate un numero sufficiente di italiani tale di riavvicinarci alla normalità (o quanto meno a una situazione sostenibile senza chiusure) rischia di essere spazzata via. Della nuova tegola di AstraZeneca si è parlato anche ieri pomeriggio nella conferenza delle Regioni: il vaccino deve servire in primis a proteggere alcune categorie particolari come gli insegnanti e le forze dell’ordine, ma è necessaria una regolarità delle forniture altrimenti è impossibile programmare.
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LIMITI D’ETÀ
Al problema di AstraZeneca, spiega D’Amato, si aggiunge anche l’incertezza delle forniture di Moderna. «Ancora non abbiamo dati dettagliati sulle forniture a marzo, come si può programmare in questo modo?». Cosa prevede il piano vaccinale? AstraZeneca dovrebbe garantire 4,2 milioni di dosi complessive entro fine marzo (di fatto un milione è già stato consegnato); Pfizer-BioNTech 7,3 milioni, Moderna 1,3 milioni. Solo Pfizer, secondo le Regioni, ora è regolare nell’invio delle dosi. Altro problema: il limite di età per l’utilizzo di AstraZeneca, inizialmente suggerito a 55 anni da Aifa e poi innalzato a 65. La circolare correttiva del Ministero della Salute, però, ancora non c’è e ieri a Pescara, dove doveva cominciare la vaccinazione del personale scolastico, sono stati rimandati a casa tutti gli insegnanti di età compresa tra i 55 e i 65 anni.
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Il Gazzettino