Caporalato tra le vigne di Asti: tre arresti. Braccianti stranieri sfruttati e insultati

Tre presunti 'caporali' albanesi sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Canelli (Asti), che hanno denunciato a piede...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tre presunti 'caporali' albanesi sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Canelli (Asti), che hanno denunciato a piede libero altre 5 persone. Sfruttavano braccianti agricoli extracomunitari, durante la vendemmia nel Monferrato, pagandoli 3 euro l'ora e facendoli lavorare fino a dieci ore ininterrotte al giorno. 

I tre arrestati erano a capo di una cooperativa di Canelli. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravato dalla finalità di discriminazione razziale, le accuse nei loro confronti.

LEGGI ANCHE Collegno, 19enne uccide padre con 20 coltellate davanti a madre e fratello: arrestato 

Originari di Nigeria, Gambia, Senegal e Mali, gli stranieri sfruttati, dal 2018 circa 37 secondo quanto accertato dalle indagini dei carabinieri, provenivano in prevalenza da centri di accoglienza per migranti. Venivano portati in vigna senza alcun rispetto delle più basilari norme in materia di sicurezza del lavoro, in condizioni degradanti, spesso umiliati e insultati per la loro provenienza e fatti alloggiare in stabili fatiscenti.

LEGGI ANCHE Il Papa: «Anche oggi ci sono tanti schiavi, lavori ingiusti e malpagati»

Dai salari, i caporali detraevano le spese di vitto e alloggio e anche il servizio di trasporto veniva decurtato dalla paga giornaliera, per la maggior parte in nero: solo il 20% veniva denunciato all'Inps. Gli altri cinque denunciati a piede libero si occupavano in prevalenza del trasporto dei braccianti in vigna e li controllavano. Tra questi un'astigiana di Canelli, che gestiva la contabilità occulta dei profitti guadagnati e la corresponsione dei salari.

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino