Assunto alla Camera dal padre, il ragazzo: sempre impegnato accanto a lui

Fabrizio Rossi? E chi? Chi lo ha mai visto? Ma è uno che lavora a Montecitorio? Non credo proprio... Ecco, il figlio del generale Rossi non è proprio un assiduo del...

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Fabrizio Rossi? E chi? Chi lo ha mai visto? Ma è uno che lavora a Montecitorio? Non credo proprio... Ecco, il figlio del generale Rossi non è proprio un assiduo del Palazzo. Eppure, grazie a papà lo stipendio ce l'ha. I pochi che dicono di ricordarselo - «Ah, devo averlo intercettato qualche volta» - lo descrivono l'opposto del portaborse o dell'animale da Transatlantico o da ufficio parlamentare. Un look da rocker, da leader di una band alternativa. Capelli lunghi. Portamento simpatico da chi non deve certo guadagnarsi la gloria in Parlamento né quello è il suo scopo né quello è il suo luogo.


Ma papà, ovvero il generale, ha trovato il modo per fargli avere uno stipendiuccio da assistente dell'amico deputato Caruso ed è sempre meglio di niente. Anche se quei soldi sarebbero potuti andare non al simpatico Fabrizio - «Un tipo estroverso, chiacchierone, con la grande fortuna di potersene infischiare di tutto e ciò lo rende un fico», dicono di lui - ma all'assistente che lavora veramente al posto suo. La quale un giorno lo incontra per strada e gli fa: ««Non vieni da un anno e mezzo alla Camera, perché non ti fai più vedere?». E lui, pagato da quello che dovrebbe pagare lei e non lui: «Perché papà ha preso uno studio qui vicino e mi vuole sempre accanto a lui».


Caruso paga Rossi junior, Rossi junior lavora per papà e l'assistente, nella giungla del Palazzo, cerca invano di avere i soldi che le spettano. A un certo punto, Rossi padre decise di candidarsi in una lista di centro-destra per le europee nel 2014. Non viene eletto. Si tiene il posto in Italia dove invece sta nel centrosinistra. E anche al governo. Il generale ha pure provato a diventare sindaco di Roma. Ha partecipato in quota Tabacci alle primarie del centrosinistra contro Giachetti, Morassut e gli altri. Ha preso il 3 per cento e la cosa divertente - a detta dei partecipanti - era che alle riunioni preparatorie dei gazebo al Pd Lazio partecipava, in rappresentanza di papà, il figlio rockettaro. Fabrizio dava un colpo di colore e di diversità estetica, tra tante divise da politicanti, a quelle sonnolente riunioni. Ed era lì, pagato dall'erario. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino