Assunta Almirante, saluti romani ai funerali a Roma: Fini non c'è ma arriva l'ex moglie Daniela Di Sotto

Non c’è Fini al funerale di Donna Assunta («Se arriva je menamo», si lascia sfuggire qualcuno) ma c’è la sua ex moglie Daniela Di Sotto....

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Non c’è Fini al funerale di Donna Assunta («Se arriva je menamo», si lascia sfuggire qualcuno) ma c’è la sua ex moglie Daniela Di Sotto. «E’ una di noi», dicono tutti, «mica come quel badogliano di Gianfranco...». E chissà se Daniela, che non ha mai rinnegato la Fiamma e neppure la Lazio (gran socia del circolo Canottieri Lazio sul Lungotevere Flaminio e anche presidente del Lazio Calcio a cinque oltre che tifosissima dei biancoazzurri), ora diventerà la regina madre del post-fascismo alla romana visto che la titolare non c’è più.

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Commozione e saluti romani

E quanta commozione per la vedova di Almirante morta l’altro giorno a 100 anni e adesso una bella messa per lei nella chiesa degli artisti a Piazza del Popolo. Daniela Di Sotto è stata riverita dai partecipanti («Finché era in carica lei, come moglie, Fini rigava dritto...») in questo mix di nobiliare (principi o aristocratici di super destra qua e là nelle sacre navate), di centrista (occhio a Gianfranco Rotondi), di pop (ex militanti del Msi tra Colle Oppio, il Tuscolano e Primavalle dal collo taurino e dal fisico potente ma diventati bonari e grassottelli più dopo gli indimenticabili anni ‘70: «Eravamo ragazzi e a quei tempi ci piaceva fare i duri, ma niente di che e sotto sotto come ad Almirante ci piaceva Berlinguer pure a noi»), di salotto capitolino (Marisela Federici, Marisa Stirpe: peccato che manca Lellona Bertinotti), di berlusconismo da cene galanti (guarda chi si vede: Gianpy Tarantini, quello delle Olgettine e dintorni, ma va via prima dell’uscita della bara imbandierata tricolore grazie al vessillo portato in chiesa da Gramazio Rr Pinguino), socialisti come Donato Robilotta (mitico consigliere regionale Psi ma in pista anche successivamente e ottimo personaggio: «Donna Assunta ha difeso Craxi sempre»), An con tutte le sue correnti riunite (la Destra Sociale di Storace, Alemanno e il governatore siciliano Nello Musumeci), Destra Protagonista di Gasparri e La Russa), l’immarcescibile mondo missino pariolino (spicca su tutti il magnifico Pippo Peppe, che gli ex camerati chiamano Lippo), imprenditori come Angelucci (e gli amici gli dicono: «Senza Peppino Ciarrapico e Donna Assunta ci sentiamo tutti più soli» e lui annuisce e per sfatare il passare degli anni è vestito come un giovincello) e soprattutto Giorgia Meloni (molto ammirata dai presenti: e dopo Donna Assunta la regina madre è lei, ma occhio al successo di Danielona ex Fini).

Per non dire dei familiari, che come è ovvio sono stati al centro della scena (mancava la figlia Giuliana, perché ha il Covid). Un funerale non fascio o non solo fascio, per dirla con linguaggio retrò, ma piuttosto variegato. Se però fossero mancati alla fine i saluti romani, la scena sarebbe stata un po’ ipocrita. E allora, eccoli: una trentina di braccia tese. Più il coro più scontato che ci sia e ripetuto più volte: «Camerata donna Assunta...Presente!». Qualcuno aggiunge: «A noi!». I politici presenti fanno finta di non sentire e tutti gli altri non si sorprendono e non s’indignano. Mentre la Meloni, quando partono le mani tese e i gridi di battaglia, è già andata via.

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Il Gazzettino