Dopo aver ascoltato il discorso di Matteo Renzi e degli esponenti di maggioranza, la minoranza resta sulle sue posizioni non vedendo da parte del vertice dem «la...
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«Noi non vogliamo che Renzi non si candidi, è peccato che si ridicolizzino così certe posizioni. La realtà è che ci è stato proposto di discutere non so di cosa nelle convenzioni congressuali e il tema è la legittimazione del segretario. Con questa discussione c'è poco da andare avanti, aspettiamo la fine dell'assemblea e quando si spengono le luci diremo che cosa faremo», è il riassunto delle posizioni della minoranza fatto dal bersaniano Nico Stumpo.
Così Guglielmo Epifani parlando dal palco dell'assemblea per i tre sfidanti al congresso (Roberto Speranza, Michele Emiliano ed Enrico Rossi): «Noi ci aspettavamo un proposta, il segretario ha tirato dritto, io credo che sia un errore perché un grande partito deve avere a cuore il superare le difficoltà ed è il segno della democraticità del processo. Se viene meno è chiaro che in molti si apre una riflessione che porterà ad una scelta. Non è un ricatto ma per stare in un partito ci vuole rispetto reciproco».
«Ricatto è una parola che non va usata né per sé né per gli avversari - prosegue -. La parola scissione non ha senso, non l'avrei mai usata. Ma per stare dentro un partito ci vuole rispetto, rispetto per chi si batte giorno dopo giorno non per indebolire ma per fare più forte il progetto comune per cui tutti abbiamo lavorato».
Epifani, nel suo intervento, esprime dubbi sulle scelte fiscali del governo Renzi e su riforme come il jobs act, la scuola il referendum sulle trivelle. «E poi mi chiedo: in Ue tutti i paesi cominciano a crescere. Perché quando tutti crescono noi siamo all'ultimo posto? Senza crescita non ce la facciamo», dice l'ex segretario più volte interrotto dal rumoreggiare della platea critica verso l'intervento. Ma interviene il presidente Matteo Orfini: «Intendiamoci, qui non si rumoreggia, basta o chiudiamo subito».
«Arrivati a questo punto cosa facciamo dopo la sconfitta forte al referendum? La prima cosa è dare al governo la possibilità di finire la legislatura perché è giusto così, perché abbiamo la maggioranza per governare e abbiamo il dovere di farlo. Certo ci sono problemi ma pensiamo che ci rafforzi il timore di andare al voto per fare la legge di stabilità? Pensate che non sia il caso di cambiare?», dice l'ex segretario del Pd.
«È chiaro che il governo si sente a termine e con un governo a termine non riusciamo a fare le correzioni di linea che dobbiamo. Serve poi una conferenza programmatica del partito. E naturalmente il congresso, prima delle elezioni, com'è giusto che si faccia sempre. Molti negli scorsi mesi avevano chiesto il congresso perché prima delle elezioni era ovvio si facesse», sottolinea. «Se le cose si reggono, è necessario terminare la legislatura, usarla per correggere il rapporto con i giovani, con la povertà, scuola, ambiente, e poi fare un congresso che sia un congresso».
Gianni Cuperlo: «Oggi c'è la richiesta di regole diverse? Io il congresso l'ho chiesto il 5 dicembre e non ho mai cambiato idea.
Il Gazzettino