È la cimice nella Fiat 500 X che Paolo Arata ha preso in affitto durante il suo soggiorno in Sicilia a registrare la conversazione tra l’ex parlamentare di Forza...
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Caso Siri, Conte: «Dimissioni? Se deciderò così non ci saranno alternative»
GLI INTERROGATORI
La prossima settimana sia Arata che Siri si presenteranno davanti ai pm e chiederanno di spiegare il senso di quella conversazione. Ruota tutto intorno ai 30mila euro dei quali Paolo Arata, indagato a Palermo per intestazione fittizia di beni aggravata dal favoreggiamento alla mafia, parla con il figlio Francesco, sotto accusa per lo stesso reato. Durante il faccia a faccia con i magistrati, il tema potrebbe riguardare anche altre dazioni e forse potrebbero spuntare i nomi di altri politici. È a Palermo, invece, che va avanti il filone dell’inchiesta sul favoreggiamento del boss e sugli accordi societari tra Arata e Vito Nicastri, accusato di avere finanziato la latitanza della primula rossa di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. I pm siciliani indagano sul «reticolo di società, tutte operanti nel mercato delle energie rinnovabili, facenti capo solo formalmente alla famiglia Arata, ma di fatto partecipate occultamente da Nicastri, vero regista delle strategie imprenditoriali, considerato dal medesimo Arata “la persona più brava dell’Eolico” in Italia», si legge negli atti. Dal marzo 2018 Nicastri era ai domiciliari per concorso in associazione mafiosa e una settimana fa è tornato in carcere. Nonostante la misura cautelare, infatti, ha continuato a portare avanti affari opachi, soprattutto con Arata, dando disposizioni sulla gestione delle aziende.
L’INFORMATIVA
Emerge dall’informativa con cui la Dia ha chiesto che il “re” dell’eolico finisse in prigione. «Nell’ambito delle indagini è emerso che Vito Nicastri non solo detiene partecipazioni occulte nelle suddette società, ma svolge anche un ruolo attivo nella gestione delle stesse - si legge nell’atto - occupandosi sia degli aspetti operativi, che amministrativi, nonché perpetrando ulteriori condotte illecite di trasferimento fraudolento di beni, riciclaggio ed altri gravi reati».
Il Gazzettino