CEGLIE - «Ti prego, non portarmi via il letto, voglio morire nel mio letto. Ma perché vogliono farmi questo? Mi sembra di essere un sacchetto di spazzatura da gettare...
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Una storia che, come altre, emerge in tutto il suo dolore nelle ore in cui i primi inquilini delle case popolari di piazza della Repubblica e via Guanella (sequestrate giorni fa a Ceglie Messapica su disposizione dell’autorità giudiziaria competente, perché risulterebbero occupate abusivamente) sono chiamati, nonostante peraltro i ricorsi pendenti dinanzi al Tribunale del Riesame, a sgomberare le abitazioni. Tra le 26 famiglie raggiunte dai provvedimenti di sequestro e sfratto ci sono anziani, donne e uomini in difficoltà, che abitano da decenni negli stabili costruiti in zona intorno agli anni Sessanta del secolo scorso e non si rassegnano a rinunciare a quello che, affermano e sostengono, è un loro diritto, dimostrato da appositi documenti.
Documentazione (vale a dire il certificato rilasciato nel 1997 dal Comune con cui si attesterebbe che il padre è assegnatario dell’immobile) che nella circostanza l'anziana non riesce però a trovare. Ma neppure al Comune c'è traccia di quei documenti, anche perchè, potrebbero essere stati distrutti da un incendio che anni fa distrusse gli archivi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino