Continua a mietere vittime il trojan iniettato nel cellulare dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, rinviato a processo a Perugia dopo la tempesta che ha travolto il...
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Gli ultimi 'scampolì usciti dal pozzo senza fine dei contatti del telefonino di Palamara, che il pm di Roma ora sospeso da funzioni e stipendio era solito conservare, lo immortalano mentre parlando con un collega - il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma, estraneo all'inchiesta - dice che Matteo Salvini «va fermato», proprio mentre l'ex ministro dell'Interno è sotto indagine in Sicilia per i porti chiusi ai migranti.
Dalle trascrizioni, pubblicate da giorni su alcuni quotidiani, emergono anche contatti molto stretti, tra Palamara, l'ex presidente dell'Anm Giovanni Legnini, e alcuni giornalisti. Il contraccolpo è forte, proprio nel giorno in cui si commemorano i 28 anni della strage di Capaci, i vertici dell'Anm lasciano il mandato, dopo una riunione fiume di otto ore nella sede del “parlamentino” delle toghe, in Cassazione, all'ultimo piano del “Palazzaccio”.
Nella Giunta dell'Anm adesso rimane solo la corrente di Autonomia e Indipendenza, guidata da Piercamillo Davigo. Domani i gruppi faranno valutazioni per capire come proseguire e vedere se c'è una nuova maggioranza o equilibri tali per cui una nuova compagine possa traghettare l'Anm fino alle elezioni previste per fine ottobre. Il consiglio del Comitato direttivo centrale dell'Anm è stato convocato per dopodomani, lunedì, alle 19. Solo due giorni fa, giovedì, si era consumata l'ultima 'vendettà del trojan di Palamara, culminata nella decisione del Csm di trasferire dalla Procura nazionale antimafia il pm Cesare Sirignano, intercettato mentre parla di nomine con il pm di Roma.
Dall'ufficio comunicazione dell’Anm fanno sapere che «l'Anm non si scioglie assolutamente, casomai c’è un cambio di giunta.
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Il Gazzettino