Si chiamava Angelo, taglia media, pelo completamente bianco e carattere molto fiducioso. È tutto quello che si sa del cane bianco, uno delle migliaia di randagi sparsi per...
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Un'impresa atroce che hanno filmato e poi postato sui social network, convinti di rimanere impuniti. Invece si è scatenato il caos. Su Facebook i gruppi e le pagine che invocano la punizione esemplare sono decine, una petizione in corso su change.org è arrivata a 140mila firme, la Lega del Cane e Oipa si sono costituite parte civile ed è stato coniato un hashtag per Twitter, #unitiperangelo.
Intanto, il paese di Sangineto si è spaccato in due. Da una parte, quelli che sono scesi in piazza insieme alle rappresentanze delle organizzazioni animaliste di mezza Italia, lamentandosi della morbidezza del sindaco nei confronti dei colpevoli. Dall'altra, quelli che considerano il fatto "una ragazzata" che andrebbe perdonata.
Ma quello che i quattro giovani, maggiorenni, hanno combinato è un reato penale. Ed è per questo che i carabinieri, dopo la segnalazione del filmato, li hanno identificati per procedere contro di loro. Ora i quattro rischiano una pena detentiva dai tre ai diciotto mesi, più le sanzioni pecuniarie. Ma per gli animalisti non basta: «Non vogliamo che attendano i processo a piede libero», di lamenta una delle attiviste impegnate nella vicenda. «Vogliamo che vengano incarcerati da subito. Il filmato è la prova che si tratta di persone violente. Per favore, non lasciateli liberi».
Il Gazzettino